Partenope nelle monete dell’antica Neapolis

Partenope nelle monete dell’antica Neapolis

Partenope nelle monete
dell’antica Neapolis

Note intorno a un articolo di
Gionata Barbieri, in: Napoli’, XI/2007

La Sirena Partenope ed i nummi neapolitani
di Gionata Barbieri (Napoli, XI-MMVII)

Abstract. In queste note si vuol cogliere lo spunto offerto da un’indagine di Gionata Barbieri sulla numismatica neapolitana del V secolo a.C., per porre in evidenze le dinamiche di una colonizzazione dell’immaginario operata consapevolmente da par-te dei coloni greci nei confronti delle popolazioni insediate sul territorio in cui venne fondata l’antica Neapolis.

Questo interessante articolo di Gionata Barbieri descrive, attraverso le effigi riprodotte sulle monete antiche dei primi insediamenti greci nel territorio di Napoli, una singolare evoluzione dalle figurazioni numismatiche risalenti al V secolo della mitica Partenope, da semplice volto femminile associato sul retro all’immagine del toro, alla raffigurazione di una donna alata che sorvola il toro stesso, topos compatibile solo in parte con l’iconografia normalmente attribuita alle Sirene. La tesi del Barbieri è che l’identificazione della Partenope raffigurata sulle monete con la donna uccello delle pitture vascolari nell’arte greca sia con ogni evidenza successiva, e che in un primo momento l’eponimo di Partenope nella numismatica neapolitana fosse in realtà riferito a una donna reale, figlia di Eumelo Falevo (o Falerio) re di Tessaglia, il quale si ritiene possa aver chiamato la figlia col nome della mitica Sirena cantata da Omero, proprio nella prospettiva di fondare una nuova colonia nell’attuale golfo di Napoli, dove il culto era attestato da diversi secoli2.

Vi sarebbe dunque un mito classico delle Sirene precedente rispetto alle colonie greche del V secolo a.C.3, al quale si sarebbe poi richiamata la figura di un personaggio storico, ovvero la figlia di un re venuto dalla Tessaglia, che per ossequiare divinità pre-esistenti sul territorio dove intendeva insediare un centro commerciale, rese omaggio a questa enigmatica figura numinosa identificata dai coloni Greci nella Partenope omerica. Il corsivo è voluto, nel senso che le nostre fonti documentarie sono di fatto delle testimonianze lasciate dai nuovi arrivati, furono loro a produrre il racconto di Partenope, le sue raffigurazioni, a istituire giochi olimpici in suo onore. Questo spiegherebbe il motivo per cui nella monetazione antica la figura della donna alata sarebbe successiva a quella della semplice testa femminile. Si riportano qui la tesi del Barbieri e la sua bibliografia di riferimento.

Il breve articolo del Barbieri non entra nel merito della figurazione relativa al toro, che sembrerebbe da ricondurre più al mito di Europa che a quello di Partenope, né al corpo della donna che non presenta caratteristiche ornitomorfe a parte le ali, comuni però anche alle rappresentazioni più arcaiche di Atena. Come lo stesso autore chiarisce, la sua trattazione è circoscritta all’aspetto numismatico e alla testimonianza dell’evoluzione dall’immagine di una semplice testa femminile affiancata a un toro antropomorfo, in quella della donna alata, cogliendone l’aspetto più squisitamente umano in un primo momento, e solo in epoca successiva marcandone quello più propriamente numinoso. Si rimanda al vivace dibattito degli storici intorno a questi temi di grande interesse, ricordando che nessuna tesi è mai definitiva, ma tutte pongono quesiti da intendersi come occasioni di riflessione condivisa.

Come ho avuto modo di ricordare precedentemente indagando il mito di Partenope4, il testo omerico redatto tra VII e VI secolo a.C. in Grecia si riferisce ad avvenimenti da collocarsi sette, otto secoli prima, la distanza temporale tra Pisistrato (o chiunque sia stato il primo editore del ciclo troiano5) e la guerra di Troia è la stessa che separa noi dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, tanto per rendere l’idea dell’ampia linea temporale. La stessa collocazione dei viaggi di Ulisse è come sappiamo controversa, dato che lo scritto omerico accorpa tra loro narrazioni relative a popoli diversi, in cui si rielaborano materiali epici e mitologici provenienti da luoghi diversi, per cui collocare specificamente le Sirene nel golfo di Napoli al tempo dei viaggi di Ulisse comporta una parte di inevitabile arbitrio. Un arbitrio che dovette avere però una funzione di legittimazione politica, al tempo delle prime colonizzazioni dal Peloponneso nella penisola italica6. Gli storici sembrano condividere l’ipotesi che un culto delle Sirene fosse pre-esistente a Ulisse in varie località del Mediterraneo, dal momento che l’eroe greco le trova già presenti nei luoghi che attraversa e si fa volutamente iniziare al loro culto. Dunque, la consacrazione dei giochi olimpici a Partenope da parte dei coloni greci, è senza dubbio riferita a un personaggio mitologico di cui si riteneva allora che fosse stato presente in loco da molti secoli, nel quale i Greci stessi identificarono la Sirena omerica.

Si tratta però di un’identificazione greca, tradottasi in un sincretismo figurativo che senz’altro, per l’interconnessione strutturale del mito al culto, dovette corrispondere anche a un sincretismo rituale. In questo senso l’identificazione della principessa venuta dalla Tessaglia, nella divinità allora concepita come ‘genius loci’ sul territorio napoletano, aveva un evidente funzione di legittimazione politica del nuovo insediamento greco. L’interessante articolo di Gionata Barbieri sulla numismatica neapolitana del V secolo a.C. lascia aperte numerose questioni su cui indagare più approfonditamente, per ricostruire quello che doveva essere il corpus mitico, leggendario e l’orizzonte rituale dei popoli che prima di allora e con tutta probabilità, prima ancora dello stesso XII secolo, dovevano aver osservato un culto identificato dai Greci stessi in una manifestazione di quello che loro identificarono in un culto delle Sirene. Su questa parte del racconto sappiamo ancora relativamente poco, possiamo solo prendere atto che la sua riformulazione nella numismatica neapolitana al tempo delle migrazioni del V secolo dal Peloponneso si inscrive nelle dinamiche proprie di una colonizzazione dell’immaginario7 da parte dei Greci nei confronti delle popolazioni che risiedevano prima del V secolo intorno al Golfo di Napoli.

Note

1Nota a cura di Federico Berti, https://www.federicoberti.it/partenope-nelle-monete-dellantica-neapolis/

2Sulle popolazioni preesistenti alla colonizzazione greca del V secolo, lo stesso Barbieri rimanda a N. Corcia, De la Venuta de’Pelasgi in Italia, in « Il Progresso delle scienze, delle lettere e delle arti », n. 46 – Luglio-Agosto, Napoli, 1839.

3Sul rapporto fra testimonianze letterarie e orizzonte rituale, si rimanda al classico di Robert Graves, I miti greci, Milano, Longanesi, 1990.

4Federico Berti, Napoli, Partenope e il mito delle Sirene, in: Le vie delle fiabe, Bologna. Streetlib, 2020

5Rimando su questo punto all’interessante contributo di Carlo Martino Lucarini, La leggenda (orfica?) di Pisistrato editore di Omero, la critica analitica nell’antichità e la fase attica della tradizione omerica, in: La genesi dei poemi omerici, De Gruyter, 2019

6Temi su cui è in corso da secoli un vivace dibattito, per approfondire il quale Gionata Barbieri suggerisce il contributo di M. Vargas-Macciucca, Delle antiche colonie venute in Napoli, vol. I, Napoli, 1764.

7Si veda a questo proposito Federico Berti, Guerra cognitiva, in: Rivoluzione interiore, Bologna, Streetlib, 2023

Bibliografia

Cit. in. G. Barbieri, La Sirena Partenope ed i nummi neapolitani, ‘Napoli’, XI, MMVII

  • AA.VV., Atti del VII Convegno presso CISN 20-24 Aprile 1980 – La monetazione di Neapolis nella Campania antica, Napoli, 1986.
  • AA.VV., Neapolis, Atti del XXV Convegno Magna Grecia, Taranto 1985, Napoli, 1986.
  • AA.VV., Neapolis (a cura di Fausto Zevi), Napoli, 1994.
  • B. Capasso, Napoli greco-romana esposta nelle topografie e nella sua vita, Napoli, 1902.
  • N. Corcia, De la Venuta de’Pelasgi in Italia, in « Il Progresso delle scienze, delle lettere e delle arti », n. 46 – Luglio-Agosto, Napoli, 1839.
  • M.Napoli, Napoli greco-romana, Napoli, 1905.
  • G. Ruggiero, Breve storia di Napoli, Roma, 1995.
  • N.K. Rutter, Campanian Coinages, Edinburgh, 1979.
  • N.K. Rutter, Historia Numorum – Italy, London, 2001.
  • A. Sambon, Les monnaies antiques de l’Italie, Paris, 1903.
  • F. Santoro, R. Scardi, Percorso attraverso la Napoli antica, Sezione didattica della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta, 1996.
  • M. Vargas-Macciucca, Delle antiche colonie venute in Napoli, vol. I, Napoli, 1764.

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