
Giordano Bruno
Il sigillo dei sigilli
Diagrammi ermetici
Milano, Mimesis, 2015
Trad. Emanuela Colombi
acd. Ubaldo Nicola
Libro, Ebook
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interbibliotecario

Giordano Bruno, Il sigillo dei sigilli. Diagrammi ermetici
“Non tutti sanno che i diagrammi moderni sono debitori verso la mnemotecnica rinascimentale, che li usava in modo molto diverso da oggi: non esprimevano infatti relazioni numeriche o quantitative, ma sintetizzavano concetti complessi attraverso la rappresentazione visiva e schematica di idee ricorrenti allo scopo di meditarvi sopra, comprenderle più a fondo, un’arte su cui torneremo più avanti in questo libro e che ne costituisce in ultima analisi il livello più avanzato. Per usare i diagrammi in questo modo sarà tuttavia necessario modificare la prospettiva da cui guardare il mondo, risolvere l’ansia del quantificare e porsi nell’ottica del filosofo, che contempla l’universo per conoscere se stesso”.
F. Berti, Manuale di Mnemotecnica, di prossima pubblicazione.
Giordano Bruno parlava di diagrammi mezzo millennio prima che i diagrammi diventassero lo strumento principale delle analisi statistiche e demografiche, solo che allora non li si applicava alla matematica operativa, bensì all’arte della memoria e a quel ramo della filosofia che partiva dalla cabala umanistica per gettare le basi di quella che quattrocento anni più tardi evolverà nell’ermeneutica e nella semiotica. I diagrammi di Giordano Bruno sono qualitativi, non quantitativi, rappresentano una tavola periodica come le carte dei Tarocchi, gli esagrammi dell’I Ching, i numeri della Smorfia o qualsiasi altra tavola periodica dei simboli. Non vanno confusi con la realtà, come talvolta da qualcuno si vede fare ancora oggi commettendo la stessa forzatura che costò la vita all’autore: il diagramma non ‘significa’ nulla in sé, va usato come base per la costruzione delle immagini agenti, ovvero per produrre significato. Il metodo di Giordano Bruno era non solo molto avanzato per il suo tempo, ma rendeva conto anche delle pratiche tradizionali comuni tra servi e contadini, che si tramandavano a voce tutto quello di cui avevano bisogno per vivere. Oggi la lettura di quest’opera viene per lo più forzata per ridurla al paradigma quantitativo tipico del self-upgrading moderno e postmoderno, travisando le parole del filosofo. Giordano Bruno ha arricchito l’arte lulliana, la mnemotecnica ‘persuasiva’ dei predicatori cristiani e quella ‘speculativa’ dei mistici ebrei, apportandovi elementi propri del nascente metodo scientifico, ma rimane un’opera di quattro secoli fa e come tale va letta. Il suo merito straordinario è che le tavole periodiche da lui compilate funzionano ancora, sono forse più complicate da leggere, ma vanno più a fondo.
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