L’Ucraina non è nazista. Stepan Bandera non è l’eroe nazionale

L’Ucraina non è nazista. Stepan Bandera non è l’eroe nazionale. Rassegna stampa

L’Ucraina non è nazista

Stepan Bandera non è l’eroe nazionale

Rassegna stampa a cura di Federico Berti

  • Il revanscismo neonazista in Ucraina è un movimento di minoranza oggi come lo era al tempo di Stepan Bandera. Non si può fare a meno di notare che la glorificazione del criminale di guerra, avvenuta nel 2010, suscitò non solo un richiamo da parte dell’Unione Europea, del Cremlino e del Simon Wiesenthal Center, organizzazione ebraica per la memoria della Shoah, ma anche una viva protesta nel Consiglio di Stato della Repubblica di Crimea e nel distretto di Donec’k, quest’ultimo provò persino ad annullare il provvedimento ricordando che il Bandera non ebbe mai formalmente nemmeno cittadinanza ucraina. Tutti i ricorsi vennero ignorati, possiamo affermare che fu un’operazione divisiva e imposta in modo unilaterale a quelle stesse regioni contro cui Kiev entrò in guerra quattro anni più tardi. Si veda a questo proposito l’articolo pubblicato sul Kyiv Post, 12 Aprile 2010, Constitutional Court refuses to consider case on Bandera’s title of Hero of Ukraine.
  • La storia dell’Ucraina antinazista sembra essere stata letteralmente spazzata via negli ultimi dieci anni dalla propaganda. Episodi come il massacro dei docenti universitari di Leopoli, tragico evento ricordato in Zygmunt Albert, Kaźń profesorów lwowskich, University of Wrocław Press, 1989, testimonia la paura che il nazismo aveva della resistenza civile alle forze di occupazione da parte di politici, artisti, aristocratici, sportivi, scienziati, sacerdoti, rabbini e altri membri dell’intellighenzia.
  • Teresa Simeone, ‘Micromega’, 18 Giugno 2021, Anche un singolo atto di ribellione civile è Resistenza. “Accanto a una Resistenza armata al nazismo c’è stata una Resistenza civile a cui non si è data la giusta importanza”.
  • La recente controversia intorno al nazismo in Ucraina e l’ossessione revisionista degli ultimi trent’anni, sembrano voler cancellare la lunga storia del Partito Comunista Ucraino, fondato nel 1918 dagli stessi ucraini che guidarono l’insurrezione nel soviet di Kiev. Rimasto attivo fino al 1991 e rifondato due anni più tardi col nome di Partito Comunista dell’Ucraina, si attestò come forza politica maggioritaria e tale continuò a rimanere fino al 2002. Notizie intorno a questa parte dimenticata della storia si possono trovare in Pierre Brouè, Storia del partito comunista dell’URSS, Milano, Sugar, 1966. Il Partito Comunista Ucraino è stato messo fuorilegge dal Parlamento ucraino nel 2015.
  • Quelli che manifestarono nelle proteste dell’Euromaidan recando le icone di Stepan Bandera non erano più di 200.000 persone, non rappresentative del popolo ucraino. Coloro che in quell’occasione si resero responsabili di violenze, saccheggi, torture e omicidi, furono un gruppo ancor più ristretto che tuttavia godeva di ampio consenso da parte di un governo nel quale militavano membri dell’estrema destra. Il comandante del Battaglione Azov, Andrij Bіlec’kyj aveva fondato nel 2005, sull’onda della Rivoluzione Arancione, il gruppo paramilitare Patrioti dell’Ucraina, che un anno dopo la glorificazione istituzionale di Bandera si era trovato coinvolto in casi di violenze, furto, omicidio. Lo stesso fondatore, insieme ad altri camerati del gruppo, era stato in custodia cautelare per 28 mesi. Nel febbraio 2014 insieme ad altri membri dell’organizzazione aveva fondato Pravyj Sektor e pochi mesi più tardi il Battaglione Azov, di cui era diventato il primo comandante. Dopo il colpo di stato che nello stesso anno portò alla deposizione di Viktor Janukovyč, Bіlec’kyj e altri vennero assolti dai crimini commessi durante l’Euromaidan e rimessi in libertà, suscitando un’ampia e inascoltata protesta. Nel 2016, si arrivò all’amnistia per tutti i prigionieri politici dell’estrema destra, si veda a questo proposito Fabrizio Poggi, ‘Contropiano’, 4 Luglio 2006, Ucraina: immunità per i crimini dei neonazisti.
  • L’inquadramento regolare e il campo d’onore offerto dalla guerra civile in Donbass ha portato il Battaglione Azov a moltiplicare i suoi effettivi. E’ dunque il Ministero della Difesa ad arruolarli. Redazione, ‘Secolo d’Italia’, 23 Giugno 2014, Ucraina, il governo in difficoltà manda battaglioni “volontari” a combattere contro i filorussi.
  • Valerio Nicolosi, La guerra in Ucraina e i “nazisti bravi” del battaglione Azov, Art.Cit., “Con l’inizio della guerra abbiamo assistito a quello che potremmo chiamare un’operazione di pulizia dell’immagine di questi gruppi, in particolare del Battaglione Azov, con interviste da parte dei media in cui dichiarano di non essere nazisti, di leggere Kant e di combattere per la libertà”. E’ un’operazione politica, non un sentimento popolare.
  • I tatuaggi nazisti di cui molto si è parlato, non sono stati ritrovati sul corpo di tutti i volontari Azov, ma solo su una parte. Dei 1700 prigionieri catturati nell’Azovstal, solo 1000 sono stati processati a Mosca e di questi altri 251 sono stati rilasciati entro il secondo mese dall’arresto. Giordano Stabile, ‘La Stampa’, 18 Luglio 2022, Che fine hanno fatto i 1700 combattenti dell’Azovstal prigionieri dei russi da maggio.
  • L’Ucraina non è un paese nazista. Si è trovata negli ultimi otto anni sconvolta da una guerra civile scatenata da squadre di teppisti e criminali comuni, la cui pericolosità è stata troppo a lungo sottovalutata. Con l’inizio della guerra civile nel Donbass, il gruppo paramilitare è stato incorporato nelle truppe regolari dell’esercito ucraino con compiti militari e di polizia, come Reggimento Operazioni Speciali della Guardia Nazionale, nonostante le denunce internazionali per crimini di guerra di stampo omofobo, sessista e suprematista. Dopo l’assedio dell’Azovstal, verrà inquadrato come 12a Brigata d’Assalto. Tim Hume, ‘Vice’, 16 Febbraio 2022, How a Far-Right Battalion Became a Part of Ukraine’s National Guard.
  • Lo sdoganamento del fascismo non è motivo di allarme solo in Ucraina, come sottolinea Vladimiro Zagrebelsky, ‘La Stampa’, 20 Febbraio 2018, Perché sdoganare il fascismo è un errore, “Relativizzando il giudizio sul fascismo e rifiutando ogni attualità di una prospettiva fascista si esclude il tema dal campo delle questioni serie di cui discutere. Una simile posizione si inserisce in un contesto segnato da gruppi politici che rivendicano la loro radice fascista”.

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