Sequestro Butac. La rivincita dei nerds. Fake news tutorial.

Michelangelo Coltelli, Butac
“Se dobbiamo credere ai giudici, s’è inventato una storia senza uno straccio di prova e l’ha pubblicata come una specie di kamikaze giornalistico”, Stieg Larsson, ‘Uomini che odiano le donne’

La rivincita
dei nerds.

Michelangelo Coltelli
e il caso Pagliara

FAKE NEWS,
SEQUESTRO BUTAC.

Articolo di Federico Berti

 

Solidarietà con Michelangelo Coltelli e la redazione di Butac, sito posto sotto sequestro preventivo a causa delle numerose denunce per diffamazione a suo carico presentate fin dalla sua apertura. L’informazione ha bisogno di giornalisti informati e lettori critici: per quanto discutibile nel metodo, che spesso ha contribuito alla circolazione di nuove fake news piuttosto che discutere quelle in circolazione, la verità ha bisogno anche di tentativi maldestri e fallimenti clamorosi, nessun bavaglio potrà giovarle.

 

NON SOLO GABRIEL DECKARD

L’oscuramento del sito Butac lascia noi tutti sconcertati, poiché s’inserisce in una progressiva restrizione delle libertà anche in rete, sotto la veste di una battaglia contro le cosiddette fake-news. L’autore dell’articolo sotto accusa è un nerd che si fa chiamare Gabriel Deckard, in un lungo articolo del 3 Gennaio 2017lui stesso informa d’aver firmato nei tre anni precedenti circa 200 articoli con lo pseudonimo Il Ninth e in fondo alla stessa pagina offre una selezione dei più popolari, invito a leggerli tutti nell’Internet Archive per capire meglio di chi stiamo parlando, conoscere l’autore, il suo stile, ricostruire il suo metodo; non sono riuscito a trovare nessun riferimento all’identità anagrafica, né alla formazione accademica o professionale. Per il momento mi limito a prendere atto che l’autore si firma con uno pseudonimo, se desidero conoscere i suoi dati anagrafici devo procurarmi le credenziali e domandarne conto alla redazione.

 

DA ‘NERD’ A INFLUENCER

Ho letto con attenzione gli articoli del Ninth/Deckard e più avanti ritorneremo su quello incriminato di cui molto si parla in questi giorni, ma l’archivio di Butac non è sotto sequestro solo a causa di quello, visualizzato peraltro da un centinaio di persone, l’ultima denuncia era in verità preceduta da molte altre: perseverare diabolicum est dicono i più maliziosi, sotto accusa non il singolo caso ma la recidività della redazione. Come vedremo, anche se io stesso mi sento offeso da tanto accanimento contro un blogger a suo modo in buona fede, per quanto discutibili possano essere i suoi metodi, il caso va osservato più da vicino per comprendere che non si tratta solo di censura ‘fascista’ come l’ha definita addirittura Mentana, ma potrebbe nascondere persino il suo opposto. Andiamo un passo alla volta, in primo luogo dirò che mi sono trovato anch’io a dover dimostrare l’inconsistenza delle fonti in un loro debunk rivelatosi a sua volta un fake come puoi leggere in questo articolo dove peraltro affronto alcuni fra i grandi temi che tornano alla ribalta con la chiusura del sito, non ultima per l’appunto la censura invocata in quel caso proprio dalla redazione di Butac a danno di Pandora Tv.

 

Michelangelo Coltelli
Il ‘nerd’ Michelangelo Coltelli nella stampa locale. Un gioielliere bolognese denunciato per diffamazione dal medico pugliese Claudio Pagliara.

 

CHI E’ MICHELANGELO COLTELLI

Non solo Gabriel Deckard dunque, ma la redazione del sito è sotto accusa praticamente da quando ha iniziato a pubblicare, andiamo dunque a vedere chi è il direttore responsabile del sito Michelangelo Coltelli, per quanto mi risulta il solo autore non anonimo nella redazione di Butac, titolare di una gioielleria a Bologna in via d’Azeglio idealmente vicino alla sinistra moderata del Partito Democratico; ha svolto numerose indagini anche prendendo posizioni in favore del Team Vax o dello stesso presidente Laura Boldrini, iniziative che l’hanno reso impopolare nell’ambiente della destra più retriva collezionando alcune denunce per calunnia, diffamazione a mezzo stampa e falso ideologico; l’autore venne accusato da personaggi come Lorenzo Croce presidente dell’Aidaa, l’oncologo Claudio Pagliara e altri, d’essere figlio d’un ‘rotariano’ e ricevere finanziamenti politici più o meno occulti. Affermazioni per il momento non confermate da alcuna fonte ufficiale. Nessuna formazione specifica nel campo dell’informazione. L’autore scrive di sè stesso:

 

45 anni bolognese, blogger. Nel 2013 ho fondato Bufale un tanto al chilo. All’attivo oltre duemila e trecento articoli come autore, oltre a qualche collaborazione esterna. Scrivo su Bufale un tanto al chilo dalla sua nascita, ma prima c’era Lega Nerd. 

 

Per quel che ne sappiamo dunque è un nerd benestante della media borghesia bolognese appassionato di hoax-catching come tanti, che dal 2014 ha avuto modo di raggiungere milioni di persone pubblicando una media di 500 articoli all’anno, passando così abbastanza rapidamente dal dilettantismo a una militanza che richiede impegno, costanza e non ultimo, investimenti. Veniamo dunque al punto, cosa viene contestato al blogger nelle denunce a suo carico e se possiamo ravvisarvi le motivazioni d’un sequestro preventivo.

 

claudio pagliara libro butac

 

LA DENUNCIA DELL’ONCOLOGO

Scrive Stefania Di Cristofano su Brindisi Report dell’8 Aprile 2018 che l’oncologo Claudio Pagliara suo concittadino non ha mai sostenuto di poter guarire il cancro con la preghiera, ma che al contrario con forza abbia dichiarato in diverse occasioni l’esatto opposto: la medicina olistica non può essere in alcun modo alternativa a quella tradizionale, semmai può essere integrativa. Il medico iscritto all’Ordine dunque afferma di non aver mai fatto nel corso dell’intervista a lui contestata, né in alcuna conferenza, articolo scientifico o divulgativo, riferimento alla cura del cancro attraverso la sola preghiera. Sostiene il suo avvocato penalista:

 

“Gravissime le affermazioni, in uno con la oggettiva falsità delle stesse visto che negli scritti scientifici, in occasione dei convegni e dei numerosi interventi televisivi, anche in Rai, l’oncologo ha affermato l’esatto contrario di quanto riportato nell’articolo pubblicato su quel sito”.

 

CHI E’ CLAUDIO PAGLIARA

Trovo sconcertante dover riportare in modo sommario il curriculum vitae dell’oncologo brindisino da una sola fonte, alla quale rimando, non avendo trovato cenno ad esso in alcuno degli articoli relativi al sequestro del sito Butac, omissione quanto meno spiacevole a constatarsi dato che il documento è un atto ufficiale allegato alla denuncia del medico: Claudio Pagliara s’è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Bologna con 110 e lode nel ’78, durante il percorso universitario ha curato un libro sulla tossicità dei farmaci pubblicato da Clueb e utilizzato per alcuni anni come testo complementare nel corso di Farmacologia nella stessa facoltà; specialistica in Oncologia all’Ateneo di Bari nell’82, è stato nel corso degli anni assistente di medicina generale all’ospedale di Ceglie Messapica, medico scolastico a San Vito dei Normanni, poi guardia medica. Ha collaborato con la Fondazione Europea di Oncologia per istituire registri tumori, è stato consulente tecnico per la Procura e il tribunale di brindisi in diverse inchieste, tra cui il caso Enichem per l’esposizione all’amianto, ha collaborato con Legambiente e altre associazioni di volontariato vicino a tossicodipendenti e malati terminali, pubblicato diversi articoli e libri in prestigiose riviste di cui vengono fornite indicazioni bibliografiche molto accurate.

 

Nel video qui sopra l’intervista citata nell’articolo di Gabriel Deckard, nel quale il medico non afferma quel che l’articolo gli attribuisce di aver detto.

 

L’INTERVISTA AL TG1

Veniamo dunque al contenuto dell’intervista al TG1 citata nell’articolo di Deckard, che puoi vedere qui: il medico afferma che l’essere umano non è fatto di sola materia e di solo corpo né si nutre di solo pane, ha una dimensione psicologica, sociale, sessuale, spirituale. La malattia è una reazione ‘normale’ a un’ambiente patologico o uno stile di vita errato, il nostro cervello produce potenti veleni e potenti farmaci per cui spesso noi ci auto-inquiniamo, oppure creiamo le condizioni per una guarigione più breve. Nulla che non fosse già nei ‘testi delle piramidi’ o in quelli d’Ippocrate e Aristotele. La giornalista riporta dunque una ricerca pubblicata sulla rivista ‘Lancet’ in cui si dimostra che su 86 donne malate di carcinoma, 36 sono state sottoposte solo a trattamento farmacologico, le altre 50 hanno affiancato al primo una terapia psicologica di gruppo e tra queste ultime la sopravvivenza media è stata il doppio che nel primo gruppo. L’episodio è riportato nel libro del dott. Pagliara messo all’indice da Butac, nel quale si afferma semplicemente che bisogna imparare a pensare positivo, saper gestire lo stress, non reprimere le emozioni e non trascurare la dimensione sociale, quella degli affetti, perché l’amore a suo modo può essere una grande ‘medicina’, mentre la solitudine porta spesso a situazioni di rischio più elevato.

 

IL GIORNALISMO D’INCHIESTA

Sarà compito degli inquirenti stabilire se nell’articolo di Gabriel Deckard che ha portato al sequestro del sito Butac si possano ravvisare gli estremi per una diffamazione a mezzo stampa, anche se la mancanza di fonti bibliografiche nelle parole dell’hoax-catcher, il tono volutamente provocatorio e la sua indisponibilità a firmarsi col proprio nome pongono in realtà il giovane nerd in una posizione più vicina a quella del disinformatore che a quella del ricercatore scrupoloso. E’ del resto vero che non dobbiamo nemmeno credere in modo acritico alla versione impugnata dal medico pugliese, ma per accusarlo di frode, truffa, ciarlataneria, si dovrebbe procedere a un’inchiesta dettagliata raccogliendo testimonianze dei suoi pazienti, verificando l’eventuale esistenza di società più o meno occulte, di pressioni e stalking sui membri dissidenti, di sfruttamento della manodopera servile o eventualmente omissione colpevole di cure con esito fatale, com’è stato ad esempio nel caso di Mario Pianesi il grande vecchio del Punto Macrobiotico. Il giornalismo investigativo richiede una preparazione specifica, va bene contribuire alle indagini d’altri, associarsi, mormorare, ma bisogna fare molta attenzione quando si rilasciano dichiarazioni pubbliche specialmente quando si richiede anche un Patreon in denaro. Deckard in questo e in altri articoli segnalati in apertura di queste brevi note, ha agito se non altro con leggerezza.

 

Lorenzo Croce, Butac

 

LA RECIDIVITA’ DEL REATO

Comprensibile obiezione al provvedimento è che si potesse oscurare soltanto l’articolo e non l’intero sito, in realtà la richiesta di imporre i sigilli all’archivio di Butac è già riportata in un articolo del febbraio 2016, vale a dire solo due anni dopo la sua apertura, lo segnaliamo con dispiacere non tanto per sostenere gli autori delle prime denunce che non ispirano molta simpatia nemmeno in chi scrive queste note, ma per chiarire che già da allora il gioielliere bolognese era iscritto nel registro degli indagati in seguito a una denuncia per diffamazione a mezzo stampa e falso ideologico da parte del presidente dell’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, Lorenzo Croce. Nella denuncia, presentata sempre alla Procura di Bologna, non si parla in questo caso di un solo articolo ma di un vero e proprio stalking reiterato per oltre due anni attraverso numerosi articoli. La Procura della Repubblica di Bologna avrebbe quindi aperto un fascicolo, sarà la magistratura ad approfondire nelle prossime settimane ma le contestazioni al Deckard pare siano state frequenti fin dall’apertura del sito e questo da un lato può essere la conseguenza di tensioni politiche e sociali intorno a temi sensibili, dall’altro dimostrano che il lavoro sulla contro-informazione era in qualche modo incompleto.

 

IL PROVVEDIMENTO DI SEQUESTRO

Pur solidale con qualsiasi impegno nella mobilitazione per la conoscenza, da qualsiasi parte provenga (professionale o non, come ripeteva spesso il prof. Umberto Eco) devo purtroppo constatare che il sito Butac, da me già incontrato quando la stessa redazione chiedeva l’oscuramento di Pandora Tv invocando un intervento a sua volta censorio come spiego in questo articolo, non posso che pervenire alle stesse conclusioni d’allora: l’oscuramento è sempre negativo poiché ogni fonte documentaria, persino la più disonesta, la più inesatta, la più falsa, porta con sé indizi inconsapevoli che possono contribuire alla ricostruzione d’un fatto reale, la soluzione alle fake news è sempre nel buon senso del lettore che non deve mai prendere nulla per oro colato, nemmeno le cosiddette smentite dei sedicenti esperti (me compreso). Giornalisti informati, lettori critici. Di questo ha bisogno l’informazione. Perciò considero sbagliato l’oscuramento del sito, tanto più che i suoi articoli sono tuttora liberamente consultabili nell’Internet Archive, come dire un segreto di Pulcinella.Spero semmai che la vicenda sia di monito agli autori e che in futuro si possano leggere su Butac articoli d’inchiesta supportati da una documentazione completa. L’informazione è una guerra, abbiamo bisogno anche di loro. Spero semmai che la vicenda sia di monito agli autori e che in futuro si possano leggere su Butac articoli d’inchiesta supportati da una documentazione completa. L’informazione è una guerra, abbiamo bisogno anche di loro.

 

Federico Berti è compositore, scrittore, illustratore. Tra i suoi interessi oltre all’attività artistica sono il dibattito politico, la manipolazione mediatica e le fake news. Oltre alle canzoni e romanzi che trovi nei menu di questa pagina, scrive del rapporto fra politica, narrazione, miti e leggende.

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