Una bella ragazzina passeggiava ogni mattina lungo il porto alla renella con l’anziana vecchiarella che scambiando una parola fino all’uscio della scuola raccontava divertita la metà della sua vita. Così disse l’educanda: “Posso farti una domanda? vuoi spiegarmi la ricetta d’invecchiare senza fretta, così bella, intelligente, raffinata, indipendente?” La signora sorridette con parole vezzosette le rispose divertita: “L’elisir di lunga vita se ne parla di frequente non dipende certamente dal corretto nutrimento, né dal sano movimento, dall’infuso prodigioso, dall’erbario misterioso, ma dipende, mi permetto se sei femmina o maschietto: una donna è certamente più longeva e resistente! Il mio cuore ti consiglia come se mi fossi figlia, se davvero vuoi campare in salute prosperare, tu rammenta questo invito e non prendere marito, o se non puoi farne a meno di tenerlo almeno a freno, non lasciarti fuorviare dalla cura al focolare lava, stira, dai lo straccio, alla mensa del dispaccio, tieni il conto del bilancio, quand’è l’ora servi il rancio, contentare il signorino se gli viene quel voglino: fatti furba, dammi retta che la vita non aspetta! Nel diritto patriarcale vivi poco e vivi male, pensa ai sogni nel cassetto e sviluppa l’intelletto, la vecchiaia è meno ingrata se ci arrivi preparata… E non far la monachella!