Tra le valli desolate nelle terre sconsolate dove infuria per la via la violenza e la follia, c’era un vecchio falegname il più esperto del reame che tagliava col seghetto un pupazzo maledetto. Era solo il manichino d’un modesto mercatino che vendeva alla buon’ora dei panneggi per signora. “Caro mio, la vedi questa? E’ un demonio in cartapesta, che può indurre in tentazione un milione di persone! Controllori! Polizia! l’adorante idolatria, dalle guardie del preposto va fermata ad ogni costo!”. Un bambino incuriosito lo guardava divertito, domandò: “Mastro Geppetto cosa fai con quel seghetto?”, disse lui: “L’indemoniato va senz’altro decollato! Prevenire lo scompenso per la gloria dell’immenso, questi scandali montanti son le cose più importanti, conteniamo la rovina che dell’uomo fa latrina!”. Il bambino lo guardava quella bambola indicava: “Ma le tette, i fianchi, il culo son di pecora o di mulo? Per la gloria dell’eterno, per le fiamme dell’inferno: non fermarti, bello o brutto obbedisci e taglia tutto!” L’artigiano, un po’ esitante asseconda l’aiutante che in coscienza lo consiglia tagliar pure la caviglia; già che c’è, sotto lo scialle il profilo delle spalle, allo sguardo penetrante gli pareva conturbante; e la schiena? Quanto ardore! dalla parte posteriore, che vergogna! Che indecenza! Scandaloso, abbi pazienza! Taglia questo e taglia quello non gli resta che il mantello una veste spiegazzata sulla seggiola impagliata. Bel lavoro, sentinella dringendràn la zirudella.