Donald Trump e la Scienza del Cargo.

Il delirio collettivo della politica irrazionale che stiamo vivendo nel mondo, la credulità di massa che stiamo manifestando davati alle deliranti panzane della propaganda, corrisponde a quello che nella ricerca scientifica viene chiamato ironicamente Scienza del Cargo. Non a caso il movimento Maga negli Stati Uniti, quello che sostiene i fascisti del Ku Klux Trump, sono gli stessi del movimento Qanon che sostiene con convinzione profonda la teoria dei paleoastronauti, gli stessi che hanno messo in piedi una crociata contro il mondo della ricerca scientifcia, propinando le più improbabili teorie terrapiattiste, Feynanantivacciniste, complotti intorno a cie chimiche, cerchi nel grano e tutto il repertorio di bufale che fino a qualche anno fa erano oggetto di derisione e fenomeni relativamente contenuti, ma negli ultimi vent’anni si sono imposti come un problema di ordine pubblico, arrivando ad aggregare vere e proprie armate di sonnambuli contro la società civile. Proviamo ad affrontare la questione, perché lo si voglia o no, la Nube Nera del neofascismo, la propaganda del riarmo europeo, il complottismo intorno ai migranti, il giustificazionismo del genocidio in Medio Oriente, si regge proprio questa infodemica psicosi di massa.

Queste deliranti teorie proclamate a gran voce dai fascisti e dai suprematisti del mondo Maga, nell’ambiente della ricerca scientifica vengono ironicamente liquidate come Scienza del Cargo, un concetto introdotto ironicamente da Richard Feynman nel 1974 prendendo spunto dal comportamento di alcune popolazioni della Melanesia durante la Seconda Guerra Mondiale, le quali costruivano elaborate imitazioni delle piste di atterraggio militari americane, nella speranza di far tornare gli aerei carichi di rifornimenti (Cargo) durante le operazioni belliche contro il Giappone. Si trattava solo di idoli religiosi, simulacri che riproducevano l’aspetto esteriore delle vere installazioni aeroportuali, complete di torri di controllo, piste e segnalazioni, mancando però della comprensione dei principi tecnici e logistici che rendevano davvero funzionali le opere costurite dagli americani. Ovviamente gli aerei così prodotti non decollavano, né il Cargo tornava a cadere dal cielo. Feynman utilizzò questa metafora per descrivere una forma di attività intellettuale che imita l’aspetto esteriore della scienza, senza possederne però l’essenza metodologica. La Scienza del Cargo presenta tutte le caratteristiche superficiali della ricerca, ma manca dell’elemento fondamentale: l’integrità intellettuale nella ricerca della verità. Questo approccio tende a contraddire il metodo scientifico, che procede dalla raccolta di evidenze concrete verso la formulazione di ipotesi verificabili: la Pseudoscienza del Cargo, si serve dell’ignoranza o fa leva sulla complessità di alcuni fenomeni sociali, fisici o storici, come pretesto per introdurre spiegazioni straordinarie, senza però assumersi l’onere di dimostrale attraverso evidenze verificabili e riproducibili.

Paradossalmente la Scienza del Cargo agisce come una religione, le presunte prove presentate dai suoi sostenitori sono prevalentemente interpretative e non possono essere sottoposte a verifica empirica rigorosa. Non esiste insomma alcun criterio oggettivo per determinare se queste interpretazioni delal realtà siano corrette o errate, poiché i proponenti si muovo sul piano della narrazione, non dela ricerca. Il vero pericolo di questa Scienza del Cargo purtroppo è nella sua capacità di aggregare intorno a sé masse di persone disposte ad accettare narrazioni prive di fondamento razionale: chi può convincere milioni di individui dell’esistenza di antichi astronauti, senza bisogno di dimostrare nulla, aggirando il buon senso e l’etica scientifica, è è perfettsamente in grado di persuadere quelle stesse persone di qualsiasi altra affermazione, utilizzando identici schemi retorici e manipolativi. La pseudoscienza diventa così un laboratorio per testare e perfezionare tecniche di persuasione di massa che possono essere successivamente applicate in ambiti ben più pericolosi.

Analizzando le manifestazioni irrazionali della propaganda politica contemporanea, è evidente come questa si serva esattamente degli stessi principi formulati da Feynman per definire la Scienza del Cargo: la propaganda populista e neofascista odierna si costruisce sistematicamente attraverso le medesime fallacie logiche che caratterizzano le pseudoscienze, apparenze di significato che non corrispondono ad alcun contenuto sostanziale, inversione dell’onere della prova, selezione arbitraria delle evidenze e rifiuto della falsificabilità.

Attraverso un impiego criminale dei mass media, i promotori di queste narrazioni riescono a riunire, aggregare e dare voce a masse enormi di individui che possono essere convinti di qualsiasi cosa, scagliandole come un’onda d’urto contro i fondamenti della società civile, contro il positivismo della ragione e i principi del metodo scientifico, configurandosi come un’armata di sonnambuli che scardina dall’interno il sistema democratico. Il risultato di questo processo è un’anarchia intellettuale che apre inevitabilmente la strada al dispotismo: la distruzione della fiducia nelle istituzioni scientifiche e nella capacità razionale di distinguere il vero dal falso, crea le condizioni ideali per l’emergere di forme autoritarie di governo che si presentano come uniche detentrici della verità.

Non è la prima volta che questo accade, purtroppo. Nel primo Novecento si verificò una dinamica sostanzialmente identica, che favorì l’ascesa dei totalitarismi europei: prima del fascismo e del nazismo, si assistette alla proliferazione di pseudoscienze, movimenti irrazionali che demolirono il materialismo storico e il positivismo scientifico. Gruppi teosofici, società segrete come la Thule-Gesellschaft, intellettuali come Julius Evola costruirono elaborate narrazioni ‘alternative’, che utilizzavano gli stessi meccanismi della Scienza del Cargo così come formulata da Feynman: apparenze di erudizione che nascondevano l’assenza di rigore metodologico, appello al mistero e all’irrazionale, rifiuto del principio di falsificabilità e disprezzo per l’indagine empirica. Queste correnti riuscirono a sollevare masse di individui intellettualmente disarmati contro il sistema della società civile, creando le precondizioni culturali per l’accettazione dei regimi autoritari; la distruzione della fiducia nella ragione e nel metodo scientifico, preparò il terreno per l’imposizione di verità assolute proclamate dal potere politico.

La facilità di diffusione delle informazioni nell’era digitale amplifica enormemente i rischi connessi alla proliferazione di pseudoscienze e narrazioni irrazionali, gli algoritmi dei social media tendono a creare camere di risonanza che rafforzano le convinzioni preesistenti, mentre la velocità di propagazione delle notizie riduce drasticamente il tempo disponibile per la verifica critica delle informazioni. In questo contesto, la distinzione tra pensiero scientifico e Scienza del Cargo assume un’importanza che travalica l’ambito puramente accademico, diventando una questione di salvaguardia stessa della società civile. La capacità di riconoscere e respingere le pseudoscienze non rappresenta semplicemente un esercizio intellettuale, ma costituisce una competenza civica fondamentale per la difesa delle istituzioni democratiche e del pluralismo culturale: quelli che assaltarono Capitol Hill erano sostenitori delle teorie sui Paleoastronauti, quelli che assaltarono il Parlamento Italiano durante la recente pandemia erano sostenitori delle pseudoscienze complottiste intorno al virus e ai vaccini.

L’insegnamento di Richard Feynman sulla Scienza del Cargo mantiene dunque a mezzo secolo di distanza una rilievo cruciale per la comprensione delle dinamiche politiche contemporanee, offrendo strumenti concettuali necessari per riconoscere e contrastare non soltanto le pseudoscienze in senso stretto, ma anche le forme più sofisticate di manipolazione dell’opinione pubblica che utilizzano meccanismi analoghi. La difesa della razionalità scientifica e del metodo critico non rappresenta quindi una questione meramente accademica, ma va intesa come un baluardo essenziale per la preservazione della società civile e dei valori che ne costituiscono il fondamento: la capacità di distinguere fra apparenza e sostanza, tra narrazione seducente e verità empiricamente fondata, per non soccombere alle seduzioni dell’irrazionale, anticamera della notte dalle vacche nere.


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