Un Iskander Russo sul Palazzo Governativo di Kiev.

Il missile balistico che ha centrato il palazzo governativo ucraino smentisce i luoghi comuni sull’arretratezza tecnologica di Mosca. L’attacco di domenica 7 settembre al palazzo del Consiglio dei Ministri ucraino a Kyiv è un chiaro segnale delle effettive capacità militari russe. Mentre la propaganda ucraina asserisce (da mesi) che la Russia è sull’orlo della bancarotta, che le armi russe sono solo residui dell’arsenale sovietico, che la loro tecnologia è arretrata e inadeguata allo scenario bellico e che insomma, basta mandare altre armi (ancora!) all’Ucraina per vincere questa guerra, la Russia risponde bombardando Kiev con droni ad alta precisione e missili balistici. Zelensky rifiuta di sedere al tavolo delle trattative? Il Cremlino bombarda, per dare alla comunità internazionale un segno tangibile della posizione militare in cui si trova.
L’utilizzo di un missile Iskander-K (9M727) per colpire con precisione l’edificio governativo, non è casuale. L’ambasciatore dell’Unione Europea in Ucraina, Katarína Mathernová, ha sottolineato che “Putin sa esattamente quello che sta facendo. Il missile balistico Iskander che ha colpito l’edificio del Consiglio dei Ministri era mirato esattamente lì, al cuore stesso del governo ucraino”. Questa precisione nel targeting rivela capacità operative che vanno oltre le percezioni comuni.
Dal punto di vista tecnico, è opportuno far presente che l’Iskander-K è un missile balistico basato su tecnologie molto avanzate. Con una gittata operativa fino a 500 chilometri e sistemi di guida multipli che includono GPS, GLONASS e “guida terminale” (ovvero la capacità di controllo fino alle ultime centinaia di metri prima dell’obiettivo), questo sistema è progettato per eludere le difese aeree moderne, con un comando a distanza di altissima precisione.
Il fatto che proprio questo missile sia riuscito a raggiungere il palazzo governativo nel centro di Kyiv, nonostante i sistemi di difesa aerea forniti dai partner occidentali (tanto decantati dalla propaganda nazionalista ucraina), solleva questioni importanti sulle reali capacità difensive del paese. La testata non è esplosa completamente, i danni che ha causato sono limitati ai primi tre piani dell’edificio, ma rimane la capacità di penetrazione dimostrata.
Questo episodio dovrebbe servire da campanello d’allarme per l’Europa, che sciaguratamente persevera nel manifestare intenzioni oltranziste nella guerra di logoramento a lungo termine: contrariamente alle aspettative di un rapido deterioramento delle capacità militari russe, l’uso dell’Iskander dimostra che Mosca mantiene sistemi avanzati in grado di colpire obiettivi sensibili a distanze notevoli. L’Europa deve perciò riconsiderare l’efficacia dei propri sistemi di difesa aerea e antimissile.
La sottovalutazione delle capacità avversarie ha storicamente portato a errori strategici fatali, come avvenne nella battaglia di Stalingrado. Europa e Ucraina devono prendere atto che la tecnologia su cui si basano le armi negli arsenali di Mosca, non è quell’accozzaglia di vecchi tank sovietici finora messi in campo dalle Forze Armate della Federazione Russa. L’economia russa non sta collassando, il Cremlino è in grado di colpire a fondo e con una precisione disarmante.
La domanda nasce spontanea: quanto si vuol protrarre questa pagliacciata del cagnolino che abbaia al cane grosso, mentre questo gli stritola le ossa? Riflettiamo piuttosto sulle iniziative di pace che si possono mettere in opera con la Russia, valutando l’ipotesi di aderire alla sua stessa coalizione, condividendo gli obiettivi del mondo multipolare.
Ora che l’America si rivolta contro l’Europa imponendo dazi e forzando l’approvvigionamento di risorse, si potrebbe ragionare sull’opportunità di una continuità territoriale con la Russia, in luogo dell’opposizione violenta tuttora manifestata dal Parlamento di Bruxelles. Pace ora, vuol dire sedersi al tavolo della trattativa non per ratificare le pretese di Mosca, ma ragionare insieme sulle opportunità cooperative tra l’Europa e il sistema dei Brics, la nuova alleanza della SCO.
Perché combattere Mosca, se puoi averla dalla tua parte? Putin non è eterno, altri governi verranno dopo di lui. Le politiche cambiano, le nazioni restano.
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