Street art WiFi. L’amplificazione portativa. Ipotesi e riflessioni


Barnelli
Bernd ‘Barnelli’ Wutthuser’, l’artista tedesco recentemente scomparso e il suo tamburo con l’amplificazione integrata, un classico degli anni ’70 al quale molti artisti di strada si sono ispirati

L’amplificazione
portativa

Ipotesi e riflessioni

Tratto da F. Berti
Gli artisti di strada non sono mendicanti

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L’esigenza di un suono potente e pulito in strada può portare alla costruzione d’impianti che richiedano un rack da poggiare in terra, ciò influisce positivamente sulla qualità e il volume delle emissioni, ma impedisce il movimento e può comportare altri problemi. In questo articolo parleremo di amplificazione portativa, com’era nella seconda metà del secolo scorso e quali soluzioni siano disponibili sul mercato al giorno d’oggi.


Michele Roscica, uomo orchestra partenopeo, in versione itinerante con un piccolo amplificatore in cintura che non impedisce il movimento. A volte la semplicita è meglio della complessità.


COME SI E’ ARRIVATI
ALLO STREET CUBE

Amplificare un’orchestra meccanica senza ricorrere al carrello in terra è un problema alla cui soluzione gli artisti di strada si dedicano dalla seconda metà del ‘900. Negli anni ’70 era stato introdotto dalla generazione di Otto e Barnelli il sistema del tamburo usato come cassa amplificata, woofer e tweeter avvitati direttamente nella superficie curva della batteria, l’amplificatore dell’autoradio e un piccolo mixer di solito auto-costruito. Quel sistema era il più avanzato allora, scaricava una parte del peso dalla schiena e ottimizzava l’ingombro complessivo adattandosi al corpo del portatore ma non conseguiva un suono ad alta fedeltà poiché non esistevano sul mercato impianti progettati e dedicati a quel tipo di utilizzo, le soluzioni adattate alla meglio dai suonatori sviluppavano un ronzio di fondo a causa della confusione tra onde triangolari e sinusoidali, la potenza talvolta non era sufficiente a ottenere un’acustica realmente nitida, voci ‘inscatolate’ e distorsioni involontarie influenzavano anche le scelte musicali; ma soprattutto il peso era una delle maggiori discriminanti, alimentazione a 12v con batterie da motocicletta caricate in cintura.

Da allora l’industria musicale ha fatto molti passi avanti, nuovi prodotti sono stati lanciati sul mercato dell’intrattenimento popolare, l’applicazione dei nuovi sistemi digitali al live show business incontra un mercato sempre più fiorente per l’aumento vertiginoso dei musici da marciapiede, ciò ha reso finalmente possibile lo studio di apparecchi pensati specificamente per la portabilità costruiti in materiali leggeri ma resistenti, alimentati da batterie al litio con tempi di ricarica inferiori alle 2-3 ore; si va dalle piccole casse amplificate fino a prodotti come il noto Street Cube della Roland che in soli 5kg offre autonomia fino a 8h. L’amplificazione non viene più integrata al tamburo, ma rimane un corpo esterno.

ALTA FEDELTA’ E WI-FI

Il progresso tecnologico ha reso la vita più facile ai suonatori ambulanti con nuovi impianti voce ad altissima risoluzione che non richiedono un collegamento alla rete elettrica, funzionano a batteria e sono ricaricabili in poche ore, se da un lato l’esigenza di mobilità ha reso possibile costruire amplificazioni capaci di elevate prestazioni, dall’altro il problema del suolo pubblico i costruttori di casse acustiche a batteria non hanno avuto ancora motivo di porselo, dato che gli artisti di strada tendono sempre più spesso a prenotare degli spazi dove possono occupare il suolo pubblico, rinunciando all’autonomia, all’indipendenza, a quell’instabilità che era un tempo considerata il vero punto di forza. 


Il caso di Beppe Maniglia è un tipico esempio di street art ‘implosa’. Lo storico artista di strada  è stato bandito da Bologna a causa dell’amplificazione ad altissimo volume. Al contrario di Otto e Barnelli.

Forse anche per questo motivo la ricerca non ha conseguito risultati soddisfacenti rispetto alla portatività delle amplificazioni, ingombro e peso rimangono un limite anche se non dubitiamo che in tempi relativamente brevi sistemi sempre più evoluti verranno progettati con maggiore autonomia, tempi di ricarica ridotti, almeno due canali separati per voce e accompagnamento, collegamento USB o Cloudfare per le basi registrate, piccole dimensioni, scheda effetti interna. La tecnologia più avanzata è in ogni caso quella pensata per Iphones e Tablets ma risulta ancora molto costosa per chi lavora a piazza morta; si deve considerare anche la ridotta disponibilità economica, spendere 800 euro per un impianto a norma integrato nell’orchestra meccanica potrebbe non trovare una giustificazione rispetto alla reale prospettiva di recuperare l’investimento iniziale.

COSA DICE LA LEGGE

Una considerazione a parte va fatta per gli aspetti legali e burocratici del problema, l’amplificazione risulta molto spesso proibita dai regolamenti comunali e può creare attrito con la cittadinanza, purtroppo nella maggior parte dei casi non sarebbe tanto il volume in sé a disturbare quanto la sensibilità del suonatore che si lascia prendere la mano imponendo la propria individualità, la propria estetica musicale, s’un ambiente che non sempre l’accoglie volentieri; ogni artista di strada impara prima o poi a sue spese che l’amplificatore non serve ad alzare la voce ma piuttosto a ottenere un suono discreto e pulito nello stesso tempo, la potenza è funzionale alla chiarezza, non all’invasività.

Nella progettazione di questi strumenti non esiste una soluzione ‘giusta’ ma solo quella che risolve il problema di partenza, per Michele Roscica ad esempio si trattava di recuperare quella mobilità che arena, teatro e televisione gli avevano tolto, in accordo con l’età e la resistenza fisica. Il suo nuovo tamburo a spalla mantiene la disposizione delle pelli parallela all’asse del corpo e la dimensione ridotta delle percussioni, incorporando un piccolo amplificatore assicurato lateralmente con una corda elastica. Semplice, essenziale, a buon mercato; quando si vogliono impiegare sistemi più ingombranti come lo Street Cube è opportuno scaricarli dalla schiena assicurandoli piuttosto in cintura per non sovraccaricare la spina dorsale, avendo cura che l’impianto non venga a intralciare il movimento delle gambe; si raccomanda ai giovani artisti di strada una posizione dell’altoparlante lontano dalle orecchie e dal microfono per evitare fastidiosi rientri o pericolose ricadute sull’udito. E soprattutto, discrezione poiché ogni maestra di scuola sa bene che il modo migliore per farsi ascoltare da una scolaresca rumorosa non è alzare la voce.

Tratto da F. Berti
Gli artisti di strada non sono mendicanti

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