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Diffida il carrettier di mala borsa
cui riparasti l’asse del birroccio
e reclamò il pedaggio della corsa
La brace che sta in fondo alla caldera
può accender nuove torce a mille e mille
portando luce dove il buio impera
Arido il suol su cui non soffia il vento
freddo il camino in cui non arde fiamma
bada che il fuoco tuo non sia mai spento
Lavar la testa all’asino da soma
fa solo il tempo perso e l’acqua lorda
del suo fetor s’appesta la tua chioma
Sì come disciplina un reggimento
la regola dell’ordine è sovrana
preserva i frati e veglia sul convento
Misera la nazione che impotente
dei mendicanti affollerà le strade
chi ruba il pane è vittima innocente
Non devi mendicar quel che ti spetta,
con dignità difendi il tuo diritto,
che vantaggioso torni darti retta
Non tanto quel dottore mi spaventa
che non estirpa il male alla radice
ma chi del mal minore s’accontenta
Triste colui che vive di menzogna
finirà col persuaderne sé stesso
e non saper s’è vero quel che sogna
Può dar la boria il più dolente scacco
cantar vittoria prima del suo tempo
è matto solo quando l’hai nel sacco
Al gran collegio in assemblea riunito
l’astrologo indicava l’universo
lo stolto non vedeva che il suo dito
Prenditi cura di chi t’è alleato
tradir l’amico non dà mai buon frutto
prima o poi resti solo e abbandonato
Non trascurar la goccia persistente:
divideran col tempo i continenti
voragini insidiose e turbolente
Del coccodrillo non badare al pianto
vuol muoverti a pietà col suo lamento
ma ti divora se gli nuoti accanto
A far la barba al matto è presto detto
ci vuol rasoio ardito e mano ferma
se gli vuoi bene legalo più stretto
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