Copyright 2015 Federico Berti. Foto Marco Piazza
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Santarcangelo

11 Novembre 2015

Santarcangelo di Romagna

E’ davvero enorme la fiera di San Martino, una delle poche dove si vedono ancora le dimostrazioni di pentole, coltelli, stracci miracolosi, presentate da professionisti internazionali; vengono da tutti i paesi del mondo, Africa, Romania, Iran. Girando tra i banchi m’avvicina un biondo con accento slavo e un pappagallino appollaiato sul dito. Sotto l’arco di San Michele come sempre le corna appese ricordano che è la festa dei becchi. Tra le vie affollate si può incontrare qualche moderno artista di strada, con tanto di pianoforte elettrico suonare grandi successi internazionali. La piazza oggi ha bisogno di questo. Ecco il tendone dei cantastorie. Quest’anno è presente la famiglia di Giuliano Piazza con un banco dedicato alla tradizione di famiglia e alla Italvox, per ricordare il maestro venuto a mancare in giugno.

Sagra dei cantastorie

L’edizione di quest’anno è stata davvero intensa. Il ritorno di Franco Trincale, la presenza tenace di Weiner Mazza, Gianni Molinari sul palco e Dina Boldrini nel pubblico, la famiglia De Antiquis in rappresentanza dell’A.I.Ca., erano tutti là, anche Gianpaolo Borghi il presidente dell’Archivio Etnografico di Ferrara. Giuliano è stato ricordato dalle autorità, dall’organizzazione e naturalmente dal figlio Marco, noto alla cittadinanza di Bologna per la sua militanza nel M5S. Cosa lascia Giuliano ai cantastorie d’oggi? Un futuro, niente meno. Insegna che non basta cantare la canzonetta dei mestieri o il lamento in morte di Togliatti, devi avere un ‘padrino’, qualcuno che te l’insegni la tradizione. Ringrazio Remo Vigorelli per avermi invitato a ricordare un amico, maestro e compagno di tante avventure, la famiglia di Giuliano per essere stata presente a testimoniare anche per la Italvox, una casa editrice che può essere valido punto di riferimento per i cantastorie moderni.

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