L’arte di strada è libera! Quando la piazza brucia. Libertà di espressione, programmazione e postazioni fisse.

WOODIE GUTHRIE artisti di strada

Libertà
d’espressione

Tratto da Federico Berti
“Gli artisti di strada
non sono mendicanti”

Rispondo alle domande di alcuni che dopo aver letto gli articoli di questa rubrica si sono chiesti se la posizione qui assunta rispetto agli artisti di strada non sia di tipo corporativo o addirittura protezionistico. Nel complesso rituale della manipolazione mediatica si tende a far girare estratti o citazioni a caso. Con queste brevi note, chiarisco alcuni dubbi.

Per arte di strada s’intende una forma di libera espressione (con o senza cappello in terra) che si configura come un fenomeno di socialità spontanea, effimera, estemporanea, completamente libera, il cui negoziato viene affidato interamente ai cittadini che intervengono nel rituale aggregativo: è arte di strada il mendicante che canta le storie dei santi fuori dalla chiesa, lo è la serenata sotto un balcone, la banda di paese che passa e se ne va, il suonatore che si mette all’angolo di un portico per fare le prove sullo strumento e naturalmente lo sono anche i cosiddetti buskers, ovvero quelli che nel fare tutte queste cose assumono un comportamento professionale, chiedendo una libera offerta. Questa è arte di strada libera e consapevole, molto spesso non professionale ma scelta di marginalità. Nel momento in cui interviene qualsiasi forma di organizzazione esterna il fenomeno perde la sua spontaneità e assume la connotazione di ‘evento’: se ad esempio un suonatore di strada appende una locandina e distribuisce volantini per comunicare la sua presenza in un determinato luogo a una determinata ora, siamo di fronte a un evento organizzato e non è più arte di strada ma spettacolo ‘in’ strada, se poi chiede un’offerta anche libera per questo tipo di attività allora è già un servizio semi-professionale. Lo stesso discorso vale per quei sistemi di prenotazione che vanno per la maggiore adesso in alcune città italiane, come il nuovo Arthecity che la Federazione Nazionale Artisti di Strada sta inaugurando per risolvere i problemi da lei stessa creati col sistema Stradaperta a Milano: la logica della prenotazione porta a un atteggiamento già fuori dall’arte di strada, dove la presenza sul territorio viene segnalata dall’artista stesso che dev’essere iscritto a una piattaforma, firmare un codice etico redatto da una minoranza di artisti riuniti in federazione e se non rientra nei parametri stabiliti da questo viene comunque bandito dal luogo. Una logica di tipo corporativo, estranea a una pratica che invece per natura dovrebbe essere… (Continua a leggere)

Tratto da Federico Berti
“Gli artisti di strada
non sono mendicanti”

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