Il caso Buskerwolf. Lettera all’assessore Matteo Lepore

 

 

Il caso
Buskerwolf

Lettera aperta
all’assessore

 

Tratto da F. Berti,
Gli artisti di strada
non sono mendicanti

 

 

Gentile Sig. Lepore.
Interessante la suaproposta di regolamentazione per la Streetart a Bologna. Come suonatore ambulante mi permetto di farle presenti alcune cose, nell’intenzione di consentirle un’ottimizzazione dei risultati:

Il gruppo ‘nutrito’ di artisti con cui lei sta collaborando non è affatto rappresentativo dell’intrattenimento popolare e di strada a Bologna. Al contrario, si tratta di una minoranza che negli ultimi anni ha preso possesso della piazza scacciandone chi prima la viveva con discrezione, tra cui il sottoscritto e altri.

Il gruppo con cui lei è in trattativa utilizza strumenti di manipolazione del pubblico dibattito e arriva a escludere chiunque abbia proposte diverse dalla ristretta cerchia del loro gruppo dirigente, che si può ridurre a 4-5 persone. Il comportamento che assumono è peraltro spesso aggressivo nei confronti degli stessi colleghi e sono portatori di inutili polemiche fra artisti.

 

Artisti di strada Bologna:

 

La questione degli amplificatori non è risolvibile con una legge perché il problema non è affatto, come sostengono alcuni artisti, una questione di potenza, ma di garbo e buona educazione: 50 Watt per un harmonium di bicchieri non sono la stessa cosa che 5 watt per una chitarra blues distorta. Il problema è quello che suoni e come lo suoni, ma soprattutto come ti poni rispetto al territorio che attraversi.

Purtroppo non basta chiedere prima e dopo al commerciante dirimpettaio se disturba la musica, poiché un suono che è in grado di raggiungere cento persone contemporaneamente in un raggio di 60-70 metri quadrati, non arriva solo ai commercianti vicini. Le ricordo che il limite per la definizione di ‘concertino’ è duecento spettatori e che gli spettatori spesso delimitano una porzione di suolo pubblico grande come una pista da ballo.

I ragazzi che affollano il centro storico di Bologna con i loro spettacoli sono per lo più desiderosi di fama e successo, tendono ad allargarsi quanto più possibile espandendo la dimensione dell’uditorio e aumentando al massimo la loro visibilità. Fanno questo peraltro nella convinzione che la loro sia ‘vera’ arte, senza preoccuparsi dei gusti di chi abita o lavora intorno al posto che si sono scelti.

Questi ragazzi inoltre non hanno l’accortezza di lasciar respirare la piazza, ma tornano e poi ritornano creando un sovraffollamento invivibile. Questo è l’atteggiamento che disturba la cittadinanza. Lei potrà creare un regolamento ad hoc, ma prima o poi incontrerà altre proteste da parte dei comitati cittadini antidegrado, o per la pubblica quiete, come avviene di solito in tutti i luoghi dove si lasci a questo tipo di utenza la libertà d’imporsi a chi subisce la loro arte senza parteciparvi attivamente.

 

ARTE DI STRADA O TEATRO OLIMPICO?

Buskerswolf Piazza Maggiore streetart
Il suolo pubblico occupato da Buskerwolf

 

Caro assessore, da vent’anni svolgo il mestiere del cantastorie e mi creda se le parlo con la franchezza di chi proviene da una tradizione antica per Bologna, come lo è quella dei nostri poeti di strada, Piazza Marino e il figlio Giuliano con cui ho suonato per dodici anni. Il regolamento che adesso è in vigore, ha funzionato benissimo fin quando gli artisti di strada si sono inseriti con la dovuta discrezione nel territorio.

I ragazzi che vengono multati oggi pensano di poter vivere la città come se il centro storico fosse un busker festival permanente. Come si sarà accorto, non vanno nei giardini di periferia, non decentrano la loro presenza ma si affollano tutti intorno allo stesso raggio come le galline sulla greppia del granturco.

Il signor Buskerwolf lamenta una multa che ha ricevuto per aver suonato in Piazza Maggiore, ma se legge bene le sue stesse dichiarazioni alla stampa noterà che aveva davanti a sé un centinaio di persone e occupava, come si vede dalle immagini che lui stesso ha pubblicato nel crowdfounding per pagare la sanzione ricevuta, un suolo pubblico più grande del mio intero appartamento.

Credo che la perplessità non sia soltanto mia. Perché tutti gli altri commercianti nei dintorni devono pagare la piazzola su cui allestiscono il banco? Non pensa che potrà ricevere proteste dai residenti, se adotterà diversi pesi e diverse misure?

Lei si rende conto che suddividendo in ‘zone’ e ‘turni’ autogestiti l’area nei dintorni di Piazza Maggiore darà inesorabilmente inizio a un sistema di monopolizzazione da parte di persone che hanno già fatto il deserto intorno a sé? Se l’immagina la fila davanti alla bacheca comunale alle cinque del mattino, come avviene altrove?

Spero con tutto il cuore che non commetterà questa leggerezza. Lo spero come cantastorie e come cittadino. Il regolamento attuale è perfetto così. Il ragazzo è stato multato perché i suoi colleghi han creato un clima di tensione e scatenato delle guerre sante proprio intorno al problema dell’amplificazione. E’ stato vittima della tensione da loro sollevata.

Ora Bologna non ne può più. Chiama i vigili a qualsiasi guaito d’ugola o scricchiolio di rullante. Sarà necessario un periodo di calma, un giro di vite, e tutto ritornerà come prima. Qualche multa verrà ancora fatta ai più molesti, specialmente quelli che (accade più spesso di quanto lei non creda) si fanno scudo della folla tentando di aizzarla contro il vigile di turno.

Il regolamento così com’è contiene l’interdizione formale dell’amplificatore, ma nessuno era stato multato prima, se si esclude l’ormai anziano gonfiator di borse alla fontana del Nettuno. Questo perché Bologna è sempre stata molto tollerante, nessun vigile interviene se non chiamato da qualcuno. Quando c’eravamo noi, questo non succedeva. Eppure suonavamo tamburi, clarinetti, violini e chitarre amplificate!

Con la richiesta di lasciare il regolamento così com’è, interpellando le associazioni di vicinato che vivono o lavorano nel centro storico. Non studi un regolamento cogli artisti di strada senza interpellare i cittadini! Sono loro che andranno al voto.

Ringraziandola per avermi prestato la sua attenzione, porgo i miei cordiali saluti e mi dichiaro a disposizione per qualsiasi chiarimento. Pubblicherò questa mia lettera anche sulla mia pagina personale, la inoltrerò ai comitati cittadini di mia conoscenza, in modo che possa avere la massima diffusione sul territorio bolognese.

 

 

Buskers, artisti di strada, mendicanti

DOWNLOAD EBOOK

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi