Perché i giovani non fanno figli? Gli anziani raccontano. Interviste in casa di riposo.

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Giornata della madre e del fanciullo

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Perché i giovani
non fanno figli?

PENSANO PRIMA A METTERSI A POSTO

Perché non c’è lavoro dicono, o meglio i miei sono a lavorare tutti e due ma di nipoti ne ho uno solo; c’è da dire che pensano prima a mettersi a posto, poi dopo magari penseranno anche ai figli. C’è pure quelli che non lavorano nessuno dei due, chi glie li mantiene? I genitori, cioè i nonni. Nel mio caso non ne abbiamo perché eravamo malati specialmente mio marito e nessuno ci veniva incontro, avevo la mutua ma non bastava, anche il pediatra si pagava ai miei tempi: più di settantamila lire ogni volta, io poi che avevo poco latte dovevo comprarlo e costava pure quello, darlo a balia non ne parliamo neanche. Sono rincarati gli asili nido, molti han chiuso anche perché c’è meno bambini. Prima noi donne dipendevamo in tutto dai nostri mariti pure per fare la spesa, insomma ci davano i soldi loro, se andavo a lavorare mettevo tutto in casa. Una volta facevano le elementari e difficilmente andavano alla scuola superiore, adesso invece studiano tutte. Io ti dico eravamo in sei, l’unico a studiare fu il più grande. Gli altri a lavorare. A dieci anni facevo i cannellini per i telai alle macchinette, poi mi bucai una gamba sicché mio padre disse: la mando a imparare a cucire.

IL BAGNO IN CASA NON L’AVEVO

Non pensano subito alla famiglia, chi più e chi meno si vogliono divertire. Alcuni non si sposano nemmeno, dove vanno poi a mangiare? In casa dei nonni, li avevo tutti da me tre nipoti e cinque nipotini. Si perché sono bisnonna e felice di esserlo. Il prete lo diceva di fare figli, ma poi che ci dai da mangiare, i carrubi? Il primo figlio c’è chi l’ha avuto a ventitré anni, chi a venticinque, io mi sono sposata a sedici che allora i matrimoni si combinavano assieme due o tre sorelle così tu risparmiavi la metà, poi a diciotto ero incinta. Se avevi un fidanzato carabiniere non potevi fino ai trenta così un bel giorno gli ho dato la via dell’uscio. Alla tranquillità economica non pensavo, non era nemmeno finita la guerra e l’Italia bisognava ricostruirla, nel ’46 il bagno in casa non l’avevo tu la facevi nella catinella, cappotti nell’armadio ne ho più adesso puoi star sicuro, se andava bene uno per la domenica e uno per il lavoro. A lavorare in campagna piedi nudi o con le zoccolette, un paio di scarpe se bastavano i soldi. Mangiare non mancava mai però tanta polenta, ristorante ci andai quando si sposarono le nostre figlie, perché pagavano loro. Insomma quando abbiamo fatto i figli noi benessere ce n’era meno di adesso.

NON E’ SOLO UN PROBLEMA DI SICUREZZA

Delle volte non farne è proprio una scelta o un problema di salute, io quando avevo l’età ne avrei voluti ma non avevo il materiale umano cioè l’uomo con la testa sulle spalle, poi quando l’ho trovato non era più il mio tempo. L’inseminazione in Italia non c’è e devono andare all’estero. Anche per le adozioni non è così facile, nonostante gli orfanotrofi pieni: non li danno via perché sennò perdono l’assegno, è una schiavizzazione anche quella. Se una donna sceglie la carriera, si può criticare per questo? Mica tanto direi, mia figlia per esempio va avanti col suo lavoro e non ne ha voluti, le basta il marito. Per me fa bene perché tira avanti come vuole e aiuta chi ne ha bisogno. Ai miei tempi se non c’era lavoro tu andavi al sabato per sapere dov’eri lunedì, tutta questa sicurezza non te la sognavi neanche. Non è solo un problema di mettersi a posto. Una volta per esempio servivano tante braccia a lavorare e poi anche ne morivano, su dieci che ne ha fatti mia nonna son rimasti in otto. Ora il mondo è cambiato c’è le macchine, pure i trattori con l’aria condizionata, io falciavo con la roncola e caricavo i covoni a mano sui carri. Oggi si studia, c’è più cultura.

DOVREBBERO IMPARARLO A SCUOLA

E’ giusto informare le donne che meglio prima dei quarant’anni, questo è poco ma sicuro lo penso anch’io. Però dovrebbero impararlo a scuola o in casa non dai politici, bisogna insegnarlo in terza elementare che otto o nove anni dovrebbero già saperlo, potrebbero dirselo anche tra di loro. Allora voglio far presente che se arrivi a quell’età senza saperlo vuol dire che qualcosa non va, per me è impossibile sarà più un’idea loro. Per chi non può averne ci sarebbero pure i figli degli immigrati che ormai son nati qua e cresciuti con noi, han fatto la scuola coi nostri bambini. Insomma non è solo per la sicurezza economica, da noi figli non se ne fanno ma in tutto il mondo la popolazione cresce che fra un po’ non basta più. Il problema quindi non è uno solo. Dovrebbero impararlo a scuola.

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