Infoterapia. Il mercato delle cattive notizie.

“Fan venire la depressione”

In collaborazione con Villa Maia
via Altura 7, Monghidoro (Bologna)

Articolo tratto da questo libro
Scarica il PDF | EPUB

PARLIAMO ANCHE DEL BUONO

Gente che litiga è inutile ricordare sempre, dimentichiamolo ogni tanto e parliamo delle cose belle piuttosto. Vogliamo vedere la bella Italia, ogni volta che andavo all’estero avevo sempre il desiderio d’essere nel mio paese, uno dei più belli nel mondo. Quello che ti dico è la verità, vivo bene perché mi piace l’italia. Prima d’andare all’ospedale guardavo sempre le notizie e anche Beatiful, poi ho perso tutto. Stupratori ce n’è più degli italiani che degli stranieri, vero o no? Però le cose buone non le dicono. Adesso c’è stato un attentato a Londra e parlano soltanto di quello, è stato un macello: tutti feriti in faccia bruciati, però quelli stranieri che sono andati ad aiutare a Livorno non lo dicono allora cos’è? Perché odiano talmente gli immigrati, allora non è civiltà questa qui, ma ignoranza. Ho trovato un giornale che dice di voler pubblicare solo buone notizie, vado a vedere non c’era scritto niente. Pagine vuote! Qualcosa nel mondo succederà pure, ma non saprei dire. Nuove scoperte scientifiche tutti i giorni per esempio. Invece si parla solo della principessa che aspetta un altro figlio, a Venezia ha sfilato una in mutande e lo stilista non vuole più le indossatrici magre. Se non è cronaca nera son pettegolezzi, ma vuol dire che a qualcuno interessano. Pensa quei giornali che vivono di divorzi e corna, se non ci fosse la gente assatanata a prenderli non li pubblicherebbero, pensate dopo ben due anni d’amore si son lasciati, forse poi è un cane che si morde la coda se si comincia a dire che la tal malattia è stata sconfitta le cose cambiano. In questi giorni si parla poco di un industriale che sapendo di morire ha lasciato la fabbrica ai suoi operai, dice se lo dò alla mia famiglia va in malora e loro sono sul lastrico, invece gli operai la conoscono bene faran sicuramente meglio; se n’è parlato come di una cosa originale, come dire guarda com’è stravagante. La maggior parte delle notizie ti fan delle grandi angustie, per me sono la cattiveria e l’ignoranza. Non lo so ma purtroppo siamo circondati così, le cattive notizie restano sempre un buon affare. Un giudice italiano è stato premiato in Cina perché s’è preoccupato d’andare a cercare e perseguire i crimini di guerra, l’altra buona notizia è che i volontari della protezione civile faranno una giornata di sensibilizzazione per il rischio terremoti: queste vengono passate per buone notizie, ma adesso vogliamo fare una domanda trabocchetto.

SONO SOLO RICORDATI DI PIU’

Secondo voi dal ’45 a oggi i crimini, gli assassini, sono aumentati o diminuiti? Saranno aumentati dico io, una volta non era così. Tutti quegli ammazzamenti non c’erano mica una volta, vero? Mi sembra così almeno. Invece non è così, sono solo ricordati di più: ogni volta che prendi il giornale trovi il trafiletto di quel ragazzo che ha ucciso la fidanzata, ma lo sai quanti sono? Io non li leggo per cui non lo so. L’impressione è che siano aumentati, in realtà le statistiche ci dicono che sono diminuiti, noi abbiamo la sensazione che sian di più perché se ne parla tanto. Una volta c’era solo la radio, si sapeva quello che era successo al vicino di casa. Ora se muore uno in Australia subito lo sentiamo sul telegiornale. Però va detto anche se una volta su mille crimini dieci erano donne, ora su cinquecento magari ce ne sono venti o trenta, magari negli anni cinquanta molte di queste violenze non si denunciavano nemmeno. Facciamo un giro col telecomando, canale uno pubblicità, sul secondo pure, sul terzo spiegano cosa c’è da sapere per adottare un criceto, sul quarto un film di guerra col pallino rosso che non è per bambini, sul quinto una telenovela in cui litigano sempre ma si risolve tutto, ti fan vivere come in un sogno. Sul sesto le risate all’americana con le battute imbecilli, sul settimo un’altro sceneggiato, sull’ottavo si parla di cucina e poi subito pubblicità. Sul nove un telefilm poliziesco, sempre americano. Dieci, pubblicità. Undici, le previsioni del tempo. Dodici, ancora cucina e ricette. Per vedere un film alla sera finisci a mezzanotte, inizi alle otto e mezza ma li riempiono di reclames. Tredici, televendita. Quattordici, televendita. Quindici, telefilm di guerra. Sedici, un film comico italiano degli anni cinquanta con Walter Chiari che fa lo schiavo africano nell’antica Roma: qualcosa d’interessante l’abbiam trovato, finalmente! Insomma le cattive notizie che vediamo là sopra bisogna farci la tara, se voi passate tutto il pomeriggio a guardare della gente che litiga, avete l’impressione che il mondo va sempre peggio. Lo fanno perché vendono di più, la gente è curiosa vuol sapere il perché e il per come. Ma possiamo ogni tanto cambiar programma.


Download Ebook Italiano. Arteterapia

Articolo tratto da questo libro
Scarica il PDF | EPUB

Newsletter

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi