George Antheil
“Jazz Sonata”, W43.
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per Pianoforte solo
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In questo brano si respira tutta l’avanguardia musicale degli anni ’20, dall’autore del ‘Ballet mecanique’. Non è solo ricerca fine a sé stessa, c’è un filo sottile di ironia che pervade tutto il brano, i suoi frequenti cambi di ritmo e tonalità, improvvisi, quasi a scatti, come una macchina che s’inceppa e riparte . Ci sento anche una citazione dai pianoforti meccanici che ancora in quegli anni andavano per la maggiore in strada e nei piccoli teatri dei cantastorie, dei burattini, dei pupi, oltre al ragtime dei bordelli americani. C’è inoltre qualcosa del miglior Stravinsky, la sua prorompente vitalità nella ricerca delle forme e nella combinatoria dei contenuti. Un gran bel brano, merita. Sto lavorando a un’operetta musicale per pianoforte e voce e questa sonatina di George Antheil mi sembra piena di spunti interessanti.
GEORGE ANTHEIL
Pianista e compositore americano, nato nel 1900 e morto nel 1959. Nel ’24 diventa famoso con la colonna sonora del ‘Ballet mecanique’ per il cubista Fernand Léger. Si afferma inizialmente in Europa come compositore sperimentale, simpatizzando fin da subito per il nascente jazz. Conosce Stravinskij a Berlino, lo segue a Parigi e si afferma come giovane pianista. Si inserisce nel solco del futurismo, conosce Ezra Pound, Pablo Picasso, James Joyce e le sue prime opere suscitano molto scalpore. Verso metà degli anni ’20 sperimenta anche il neoclassicismo, ma poi ritorna alla musica sperimentale, che tuttavia gli causa dieci anni più tardi una crescente ostilità da parte dei nazisti. Nel 1936 torna quindi negli Stati Uniti, dove si assesta definitivamente sui canoni della tradizione neoromantica, scrivendo colonne sonore per il cinema di Hollywood: Cupo tramonto, La conquista del West, I filibustieri e altri titoli di successo.
Bibliografia
M. Lee, George Antheil: Europe’s American composer, in “The reviewer”, 1924, 4, pp. 267 e segg.
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