Naomi Shemer, Gerusalemme d’oro. Canta Ofra Haza

Yerushalayim shel zahav, (Gerusalemme d’oro), nella splendida interpretazione di Ofra Haza

La leggendaria Gerusalemme d’oro è un gioiello di cui parla il Talmud, che il mastro Aqiva si racconta avesse regalato a sua moglie Rachel per ringraziarla di averlo stimolato ad approfondire lo studio dei testi sacri. Si trattava di un gioiello anticamente indossato da alcune donne ebree. La canzone è un ricordo della città prima della guerra dei sei giorni, divisa in due dal muro eretto fra Israele e il Regno di Giordania, conosciuto come il confine urbano. Questo muro impediva agli ebrei l’accesso all’antico cimitero ebraico e al Monte degli Ulivi. E’ questo il muro citato dalla canzone. Lo stile musicale è quello dei canti sefarditi, con citazioni dai Salmi e da vari testi dell’ebraismo antico, la stessa melodia è scandita dal ritmo del testo biblico. Il nucleo principale della canzone è costituito dalla prima e terza strofa, cui venne poi aggiunta la seconda per non tralasciare un riferimento alla città vecchia. La quarta strofa invece venne aggiunta poche settimane più tardi, quando scoppiò la guerra dei sei giorni e i soldati ritornarono armati al Monte del Tempio. Questa sua genesi particolare, unita alla maestosità della musica e del testo, l’ha resa un simbolo, un canto di guerra. Lo spirito così profondamente nazionalistico del canto, suscitò una reazione in quella parte di Israele che protestò per la visione unilaterale, estremistica, in cui non si teneva conto dei cittadini arabi che pure vivevano nella città vecchia e vi tenevano mercato, della loro umanità e della tragedia che la guerra dei sei giorni aveva rappresentato. La piazza non era vuota prima che gli ebrei potessero tornarvi, qualcuno vi teneva mercato. Fu per questo motivo che il cantante Meir Ariel compose un’altra canzone, in reazione a quella, Gerusalemme di ferro. La storia di questa controversa canzone testimonia la presenza, all’interno dello stesso stato di Israele e dello stesso ebraismo, di una corrente avversa al nazionalismo della destra ultra-ortodossa, una corrente che voleva e vuole la pace tra i popoli. Due popoli, due stati. Intorno alla melodia è doveroso registrare una questione sollevata da alcuni per l’ispirazione malcelata a un canto popolare del popolo basco, ispirazione che l’autrice avrebbe ammesso in tarda età. Diversi cantanti di lingua basca hanno tuttavia minimizzato le tracce che di quel canto sono rimaste nella composizione della Shemer.

Naomi Shemer
Yerushalayim Shel Zahav

Avir harim tsalul k’yayin
Vereiyach oranim
Nissah beru’ach ha’arbayim
Im kol pa’amonim
U’vtardemat ilan va’even
Shvuyah bachalomah
Ha’ir asher badad yoshevet
Uvelibah – chomah. 1
Yerushalayim shel zahav
Veshel nechoshet veshel or
Halo lechol shirayich Ani kinor
Yerushalayim shel zahav
Veshel nechoshet veshel or
Halo lechol shirayich Ani kinor
Chazarnu el borot hamayim
Lashuk velakikar
Shofar koreh behar habayit
Ba’ir ha’atikah
Uvme’arot asher baselah
Alfei shmashot zorchot
Nashuv nered el Yam Hemalach
B’derech Yericho
Yerushalayim shel zahav
Veshel nechoshet veshel or
Halo lechol shirayich Ani kinor
Yerushalayim shel zahav
Veshel nechoshet veshel or
Halo lechol shirayich Ani kinor
Kinor

Naomi Shemer
Gerusalemme d’oro

Aria di monti limpida come vino e fragranza di pini
portata nel vento del crepuscolo, con una voce di campane,
e in un sonno di albero e di pietra, prigioniera del suo sogno,
sta la città che siede solitaria, nel cuore della quale sta un muro…

Gerusalemme d’oro, di bronzo e di luce,
forse che io non sono un violino per tutte le tue canzoni?

Come si sono seccate le cisterne d’acqua, la piazza del mercato è vuota,
non c’è nessuno che visita il Monte del Tempio nella Città Vecchia,
nelle grotte che sono nella roccia gemono i venti,
e non c’è nessuno che scenda verso il Mar Morto sulla strada di Gerico.

Gerusalemme d’oro…

Ma nel mio venire oggi a cantare per te, e a intrecciare corone per te,
io sono più piccolo del più giovane dei tuoi figli e dell’ultimo dei poeti;
poiché il tuo nome brucia le labbra come il bacio di un serafino
se mi dimentico di te, Gerusalemme, che sei tutta quanta oro.

Gerusalemme d’oro…

Siamo ritornati alle cisterne d’acqua, al mercato e alla piazza,
uno shofar risuona sul Monte del Tempio, nella Città Vecchia.
e nelle grotte che ci sono nella roccia splendono mille soli:
torneremo a scendere verso il Mar Morto, sulla strada di Gerico.

Gerusalemme d’oro…

Naomi Shemer
Yerushalayim shel zahav,

אוויר הרים צלול כיין וריח אורנים
נישא ברוח הערביים עם קול פעמונים
ובתרדמת אילן ואבן שבוייה בחלומה
העיר אשר בדד יושבת ובליבה חומה
ירושלים של זהב ושל נחושת ושל אור
?הלא לכל שירייך אני כינור

איכה יבשו בורות המים, כיכר השוק ריקה
ואין פוקד את הר הבית בעיר העתיקה
ובמערות אשר בסלע מייללות רוחות
ואין יורד אל ים המלח בדרך יריחו …ירושלים של זהב

אך בבואי היום לשיר לך ולך לקשור כתרים
קטונתי מצעיר בנייך ומאחרון המשוררים
כי שמך צורב את השפתיים כנשיקת שרף
אם אשכחך ירושלים אשר כולה זהב …ירושלים של זהב

חזרנו אל בורות המים, לשוק ולכיכר
שופר קורא בהר הבית בעיר העתיקה
ובמערות אשר בסלע אלפי שמשות זורחות
נשוב נרד אל ים המלח בדרך יריחו …ירושלים של זהב

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