Commissione Bavaglio sull’Intelligenza Artificiale

Illustration Artwork by Federico Berti. Created with Gimp/Fotor

Il governo ha creato una nuova Commissione per decidere come usare l’Intelligenza Artificiale nel mondo dei giornali e dell’informazione. Questa commissione deve stabilire le regole per quei sistemi di modellizzazione generativa che impostano articoli, rispondono a domande e creano contenuti come se fossero persone reali. Ora, il presidente di questa commissione è Paolo Benanti, un teologo: a rigor di logica, un teologo dovrebbe essere una persona che studia la religione e Dio. Nessuno mette in dubbio la preparazione del Benanti, ma sorge una domanda: perché mettere un esperto di religione a capo di una commissione sulla tecnologia più avanzata del mondo?

Ma andiamo con ordine, alla Commissione verranno attribuiti alcuni compiti che sembrano ragionevoli: proteggere il diritto d’autore (chi scrive deve essere pagato), difendere il lavoro dei giornalisti, controllare che le aziende non facciano concorrenza sleale, ma c’è anche un compito più delicato: combattere la cosiddetta “disinformazione”, e qui se mi si consente, nascono i problemi. Chi dovrà decidere infatti, cosa possa considerarsi disinformazione e cosa invece si debba accreditare come un’informazione corretta? Quando un governo decide cosa è vero e cosa è falso, si entra in territorio pericoloso.

Il governo attuale, che si è fatto largo a colpi di machete a suon di fake news e bufale colossali, molte delle quali smentite quando ormai era troppo tardi per punire i diffamatori seriali, vuole controllare cosa possono dire i sistemi di intelligenza artificiale: questi programmi potrebbero essere obbligati in futuro a farsi megafono di quello che il governo considera “vero”. Questa situazione dovrebbe preoccupare tutti, sia a destra che a sinistra. Se oggi il vostro governo controlla cosa dice l’intelligenza artificiale, un domani se dovesse andare al potere la vostra controparte, sarà lei a decidere cos’è “vero” o cos’è “falso”. Volete davvero che i vostri avversari abbiano questo potere?

Nel momento stesso in cui accettate che un governo possa controllare l’informazione dell’intelligenza artificiale, state creando un precedente pericoloso, legittimando un sistema di controllo che un giorno potrebbe essere usato contro di voi. Il problema è che lo stesso governo intenzionato a punire la disinformazione è lo stesso accusato più volte in passato di diffondere notizie false o esagerate e servirsene come di un piede di porco nella propaganda. Come nel caso di Bibbiano, dove le stesse persone che ora vorrebbero mettere il bavaglio ai sistemi di LLM propagandarono falsità sul sistema delle adozioni, diffamando gli indagati che poi sono stati assolti con formula piena sette anni più tardi.

Questo non è un problema di destra o di sinistra. È un problema di democrazia. In una società libera, l’informazione deve essere libera. I cittadini devono poter accedere a fonti diverse e farsi un’opinione da soli. Cosa Possiamo Fare, davanti a un pericolo simile? Come cittadini, possiamo tenerci informati, chiedere ai nostri rappresentanti di spiegare queste decisioni, pretendere trasparenza su come funzionerà questa commissione, ricordare che i diritti democratici, una volta persi, sono difficili da recuperare, e naturalmente possiamo manifestare il nostro dissenso rispetto a questi metodi autocratici e incostituzionali.

La tecnologia avanza rapidamente, e servono regole. Ma queste regole devono proteggere la democrazia, non indebolirla. Una commissione che decide cosa l’intelligenza artificiale può dire è un passo verso il controllo dell’informazione, e il controllo dell’informazione è sempre il primo passo verso la fine della libertà. Non importa per chi voti: questo dovrebbe preoccupare tutti perché oggi magari tocca agli altri, ma domani potrebbe toccare a te


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