Realismo socialista nel ‘Messicano’ di Jack London
Non tutti sanno che il personaggio di Felipe Rivera, pur essendo solo un’invenzione letteraria, è ispirata a figure reali e a un preciso contesto storico. Rivera è basato su Joe Rivers, un pugile che combatté realmente negli Stati Uniti all’inizio del Novecento per finanziare la Rivoluzione Messicana. London, durante il suo periodo come corrispondente al confine con il Messico, conobbe storie di rivoluzionari e atleti impegnati nella causa, tra cui Rivers, che divenne modello per il protagonista. Il suo vero nome era Jose Ybarra, nato il 19 marzo 1892 a Los Angeles, figlio di Andrew Ybarra e Mary Estrada, dal nome si intuisce che la famiglia era di origini messicane, per quanto lui fosse nato in America.
Iniziò la carriera pugilistica nel 1910 come peso piuma, per poi passare ai leggeri. Il soprannome di Mexican Joe Rivers gli fu attribuito durante un incontro negli Stati Uniti meridionali, quando un annunciatore interpretò male il suo cognome e la sua risposta “Down the river”. Rivers divenne una figura di spicco nel pugilato statunitense, combattendo 81 incontri (38 vittorie, 24 sconfitte, 15 pareggi) tra il 1910 e il 1924. L’episodio cinematografico dei due pugili che si mettono al tappeto simultaneamente, tratta dalla saga di #RockyBalboa, viene paradossalmente proprio da un incontro di Joe River con Ad Wolgast del 1912; tra l’altro fu un episodio allucinante, perché l’arbitro aiutò l’americano a rialzarsi, dichiarandolo poi vincitore, cosa che provocò anche disordini tra il publico. Non vinse mai un titolo mondiale, ma fu sempre avversario temuto.
La cronaca del tempo lo descrive veloce come un fulmine, dotato di un potente gancio sinistro, un carattere capriccioso e carismatico: vestiva di lusso, guidava auto molto costose, sperperava i guadagni. Ebbene, Joe River fu tra i finanziatori dei ribelli zapatisti contro l’autocrazia di Porfirio Diaz. Non sappiamo molto di questo retroscena della sua vita, e il suo coinvolgimento diretto nella rivoluzione messicana non risulta documentato. Visse gli ultimi anni della sua vita in condizioni modeste, in una stanza senza finestre a Los Angeles, l’unico oggetto di valore che aveva in casa pare fosse un violino del padre. Morì in povertà nel 1957.
Jack London, inviato come corrispondente per il Collier’s Weekly negli stati del sud al confine col Messico, documentò la guerra civile messicana e l’impatot che questa ebbe sui gruppi marginalizzato. Il suo mandato era quello di fornire dei resoconti dettagliati sugli incontri armati, sulle dinamiche politiche e le conseguenze del conflitto sulla proletariato locale. Nei suoi articoli prese naturalmente una posizione di grande empatia nei confronti dei migranti messicani e dei paria afroamericani, che vedeva come vittime di un capitalismo spietato e di un suprematismo criminale. Si avventurò nelle comunità di confine proprio per raccogliere testimonianze indirette nei suoi reportage. Al momento possiamo solo dire che le traiettorie di London e Rivers, si incrociarono in un momento storico cruciale, intorno al 1911, nella prima fase ‘maderista’ della Rivoluzione Messicana.
Mario T. Garcia, in una monografia su Bert Corona del 1995, attribuisce il proprio interesse verso la figura di Jack London al fatto che si trovasse a El Paso durante la Rivoluzione Messicana e avesse scritto di un uomo che lui ricorda personalmente avergli consegnato del ghiaccio a domicilio: Rivers, nella testimonianza di Garcia, era stato un giovane rivoluzionario, inviato al confine per acquistare armi, poi rimastovi come pugile mercenario, in seguito ritiratosi e impiegato per l’appunto nel trasporto di ghiaccio.
Certo è che la trama del “Messicano”, riflette eventi reali legati a un gruppo in esilio che raccoglieva fondi per rovesciare il dittatore Porfirio Díaz. London ambienta il racconto in questo contesto, incorporando dettagli come le spie del regime e le difficoltà finanziarie dei rivoluzionari. Naturalmente, la novella letteraria non ha la stessa consistenza di un reportage: gli altri personaggi sono invenzioni, per quanto connotate in un contesto storico riconoscibile e quindi credibili.