Siamo fatti della stessa materia delle parole che leggiamo

Sinestesia del testo

Siamo fatti della stessa materia
delle parole che leggiamo

Esercitazione pratica
a cura di Federico Berti

Questa sera su Club House un’esercitazione pratica sul tema delle arti sorelle. Segui il gruppo Telegram per ricevere aggiornamenti sulle stanze della memoria che teniamo ogni venerdì sera. L’esercizio consiste nello scegliere uno dei sette testi proposti di seguito e leggerli ponendo attenzione agli elementi che rimandano alle percezioni del nostro corpo. Per approfondire gli aspetti teorici su cui si basa questa esercitazione, leggi qui.

Fedro.
Il Cavallo e il Cinghiale

Un cavallo si dissetava al fiume in una foresta intricata. Un cinghiale venne a intorbidirgli l’acqua per dispetto, il cavallo protestò offeso, ma l’altro non volle tenerlo in considerazione e anzi, ancor più perfido e ostile persistette nel suo comportamento, spaventandolo e offendendolo. Fu a quel punto che il cavallo si rivolse al contadino, chiedendo aiuto. Questi uccise il cinghiale con l’arco e le frecce e il cavallo fu tratto in salvo, ma prima che il cavallo potesse rallegrarsi, lo udì commentare fra sé: “Ben fatto, in un colpo solo mi sono guadagnato una preda… E un servo!”. Nel pronunciare queste parole, impose le briglie al cavallo per gravarlo del lavoro nei campi. Mentre insieme si allontanavano dalla macchia, questi pensava tra sé: “Ero vittima del cinghiale, ma almeno ero libero. Ora sono schiavo di un contadino”.

Vangelo secondo Matteo
Parabola del Seminatore

«In quel giorno Gesù, uscito di casa, si mise a sedere presso il mare; e una grande folla si radunò intorno a lui; cosicché egli, salito su una barca, vi sedette; e tutta la folla stava sulla riva. Egli insegnò loro molte cose in parabole, dicendo: «Il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. Un’altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un’altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono. Un’altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi [per udire] oda». Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli; ma a loro non è dato. Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell’abbondanza; ma a chiunque non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono. E si adempie in loro la profezia d’Isaia che dice: “Udrete con i vostri orecchi e non comprenderete;guarderete con i vostri occhi e non vedrete; perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d’orecchi e hanno chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi,e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché io li guarisca”. Ma beati gli occhi vostri, perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono! In verità io vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete, e non le videro; e udire le cose che voi udite, e non le udirono. «Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore! Tutte le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada. Quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia, però non ha radice in sé ed è di corta durata; e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è subito sviato. Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l’inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa. Ma quello che ha ricevuto il seme in buona terra, è colui che ode la parola e la comprende; egli porta del frutto e, così, l’uno rende il cento, l’altro il sessanta e l’altro il trenta».»

Redazione ‘Blog Sicilia’, 11/02/2022, Indagato si fa tatuare sul fianco articolo che lo riguarda e posta il video su Tik Tok

Non c’è limite alla fantasia. E questo concetto si applica in tutto, anche nei tatuaggi. Si vedono dal vivo ed anche in rete opere artistiche di tutti i generi, dalle forme e dalle tecniche più disparate. Ma, appunto, non c’è limite alla fantasia. E così, un indagato di Mazara del Vallo, Vito Ingrassetto di 48 anni, ha pensato bene di farsi tatuare su un fianco l’articolo di un giornale che riguardava il sequestro di beni subito l’anno prima. A completare l’opera un altro tatuaggio, questa volta sulla pancia, in cui è ritratto il volto di Pablo Escobar tra due pistole. Si sa, inoltre che, nell’epoca dei social, pubblicizzare quello che si vuole, dai propri lavori alle “proprie imprese”, è ormai un obbligo. Ed il tutto, infatti, è stato “opportunamente” postato un video sul popolare social TikTok. Una ulteriore medaglia da mettersi al petto, già tatuato. A notare il video ed a denunciare il fatto è stato Severino Nappi, consigliere regionale della Lega in Campania, che ha dichiarato: “Resto seriamente preoccupato circa la deriva di alcuni contenuti pubblicati sui social, che diventano spesso mezzo per elogiare personaggi e ‘gesta’ criminali. L’ultimo episodio della serie che ho intercettato su TikTok, mostra un presunto trafficante di droga che accanto alle immagini di pistole e di Pablo Escobar, si è fatto tatuare l’articolo di una nota testata giornalistica nazionale, con tanto di foto, relativo a un sequestro di beni che lo ha riguardato. Ognuno è libero di fare del proprio corpo quello che vuole, altro discorso è pubblicizzare e far vanto pubblicamente della malavita”. La notizia è riportata sul tatuaggio e riguarda un maxi sequestro di un milione di euro. Per la sua attività di spaccio, a fine maggio del 2020, erano stati sequestrati al pregiudicato beni per un milione di euro, tra cui una villetta, una pizzeria e auto di lusso. Più recentemente, il 2 agosto 2021, a Vito Grassetto vennero sequestrati 88.200 euro in contanti a seguito di un’indagine coordinata dalla Procura della repubblica di Marsala. Ad eseguire il decreto di sequestro preventivo disposto dal gip del Tribunale del comune del Trapanese sono stati i carabinieri della compagnia di Mazara del Vallo. Ingrassetto, in passato già condannato per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti, è indagato per trasferimento fraudolento di valori insieme a due coniugi residenti nel quartiere di “Mazara 2”.

Guide Supereva,
Un sogno ricorrente

E’ un sogno ricorrente che faccio da anni. Mi trovo al mare e improvvisamente vedo arrivare un’onda gigantesca, altissima. Cerco di scappare e immancabilmente la spiaggia è ripidissima, per cui faccio una gran fatica ad arrampicarmi. Ciò che provo è angoscia e paura, ma non sogno mai di essere travolta dall’onda: a volte riesco a salvarmi, altre mi sveglio prima che essa mi raggiunga. Faccio questo sogno spessissimo, anche più di una volta al mese, e ogni volta che sogno il mare c’è sempre qualche componente angosciante (spiaggia ripida, onda, squali, naufragi). Un altro mio sogno ricorrente è quello di guidare l’auto e di non riuscire a frenare o di perderne il controllo, con conseguenti incidenti o voli nel vuoto. Questi sogni sono in correlazione? Possono dipendere dal fatto che sono molto ansiosa e perfezionista?

Giacomo Leopardi
A Silvia

Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
stanze, e le vie dintorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all’opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?
Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d’amore.
Anche peria fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovanezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell’età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? Questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi
onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell’umane genti?
All’apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.

Charles Bucowsky
Si, Si.

Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra
quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo
ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.

Aleksandr Puskin
Ruslàn e Ljudm’la

C’è una quercia sulla riva del mare
E attorno ad essa una catena d’oro,
Sulla catena di notte e di giorno
Un gatto colto cammina con decoro.
Va a destra – prende a raccontare,
A sinistra – comincia a cantare.
Là soltanto prodigi conosco:
Fauni e ninfe insieme nel bosco,
Là su ignoti e scuri sentieri
Vedi impronte d’insolite fiere,
E casette su zampe di gallina
Senza porte né finestra alcuna.
Selve e valli piene di visioni,
E all’alba affluiscono i marosi
Sulla riva vuota e sabbiosa,
E trenta stupendi paladini
Emergono dai flutti marini,
E con essi il loro protettore.
Là un principe strada facendo
Un terribile zar ha imprigionato.
Davanti al popolo nelle nubi,
Avendo boschi e mari superato,
Un mago con l’eroe si fa vedere.
In prigione la zarevna patisce
E un lupo bruno le obbedisce.
Là una botte con dentro una strega
Si solleva da sola a fatica.
Là nell’oro Kaščej si consuma,
E l’anima russa e la Rus’ profuma!
Io ero là e il miele ho bevuto,
Ho visto la quercia che frusciava,

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