Audiolibro o Radiodramma?

La narrazione audio si è rapidamente evoluta negli ultimi tre decenni, biforcandosi in due approcci molto diversi tra loro, che rispondono a esigenze e aspettative diverse del pubblico. Da un lato abbiamo la lettura asettica tipica dell’audiolibro tradizionale, dall’altro la lettura interpretata che si avvicina allo sceneggiato radiofonico. L’audiolibro nella sua forma tuttora prevalente, privilegia una narrazione pulita, dove il narratore si pone come un tramite neutro fra il testo e l’ascoltatore. In questo approccio, l’enfasi è posta sulla chiarezza, la dizione perfetta e una certa neutralità espressiva che cerca di non “invadere” il testo con interpretazioni personali caratterizzanti. Il narratore si ritira, per così dire, lasciando che sia il testo stesso a parlare direttamente all’ascoltatore.
Al contrario, la lettura interpretata abbraccia pienamente la dimensione performativa: questo tipo di lettura rende ‘visibile’ il racconto, i suoi luoghi, i personaggi, crea immagini. Arricchisce, vivacizza, sottolinea, rafforza e amplifica intenzioni, tensioni, stati d’animo e atmosfere. Il narratore diventa quasi un attore, utilizzando variazioni di tono, pause strategiche, enfasi su determinate parole per guidare l’esperienza dell’ascoltatore attraverso il testo. Questo tipo di esperienza nell’ascolto è in realtà precedente rispetto al mercato degli audiolibri propriamente detti, ha le sue radici nello sceneggiato radiofonico del dopoguerra.
La fiction radiofonica ha una lunga tradizione che risale agli albori della radio stessa, quando questo mezzo era considerato strategico e funzionale alle dinamiche di comunicazione di massa, si pensi ai Racconti di Padre Brown, o al Don Camillo di Guareschi, adattati per la lettura radiofonica. Un grande attore come Orson Wells si è prestato per anni alla narrazione radiofonica, in maniera peraltro così empatica da suscitare il panico fra gli ascoltatori quando lesse un adattamento dalla Guerra dei Mondi. Oggi, questa tradizione si rinnova nei podcast narrativi e nelle letture interpretate, che sfruttano le potenzialità espressive della voce per creare un’esperienza immersiva per l’ascoltatore. Molti attori si prestano a questo genere di ‘fine dicitura’.
Si deve poi tener presente che la lettura asettica degli audiolibri è nata in un contesto specifico, quello dei servizi perl’accessibiità della letteratura ai non vedenti nella seconda metà del Novecento. Allora però si trattava prevalentemente di lettori volontari, che registravano in casa le opere su nastro magnetico, come un servizio reso alla comunità. Non c’era internet, non si poteva contare sulla disponibilità di opere che abbiamo oggi e quindi servivano tantissimi operatori per fare fronte alle esigenze di una realtà del tutto nuova: per questo si insegnava la lettura asettica a quei lettori, che non avendo formazione attoriale dovevano quanto meno saper leggere in modo chiaro, pulito.
Col tempo si sono venute a creare delle consuetudini, delle vere e proprie scuole, in una prima fase di espansione del mercato degli audiolibri, scuole che hanno segnato e caratterizzato il settore ricavandosi una loro propria nicchia. Chi è stato a lungo fruitore di quel tipo di produzioni, ha dunque sviluppato una propria ‘poetica dell’ascolto’ e si potrebbe ritrovare smarrito di fronte a una lettura interpretata. Viceversa, molte persone che fino a ieri non manifestavano un particolare interesse verso gli audiolibri, lamentandone proprio la neutralità, si sono avvicinati più di recente alle audioletture ricercandovi quella componente di intrattenimento, non solo di pura trasmissione, che solo una formazione attoriale può dare. Non è improbabile che il rinnovato interesse per la lettura interpretata debba molto anche alla diffusione delle voci sintetiche prodotte dai sistemi di modellizzazione,
In un’epoca caratterizzata dalla crescente disponibilità di tecnologie che permettono di generare avatar vocali sempre più realistici ma senz’anima, si sta verificando una reazione del tutto naturale, la ricerca di autenticità e di connessione umana nell’interpretazione del testo letterario. La lettura interpretata torna a emergere insomma come una risposta al rischio di standardizzazione e disumanizzazione della narrazione audio. L’interpretazione attoriale offre quell’elemento di unicità e imprevedibilità che nessun algoritmo può replicare: l’intuizione di un narratore esperto che sa come modulare la voce per enfatizzare esattamente le parole giuste, creando così un filo diretto con l’ascoltatore. Una voce che parla all’anima, non solo all’intelletto.
È fondamentale riconoscere che le due modalità di narrazione audio rispondono a esigenze diverse e si rivolgono a pubblici che, pur con possibili sovrapposizioni, hanno aspettative distinte. Chi sceglie un audiolibro con narrazione neutra spesso lo fa per avere un accesso il più diretto possibile al testo originale, senza “interferenze” interpretative: questi ascoltatori preferiscono formarsi un’opinione personale sul testo, costruendo autonomamente le immagini mentali e le emozioni suggerite dalle parole dell’autore. D’altra parte, chi apprezza una lettura interpretativa cerca un’esperienza più immersiva e coinvolgente, in cui il narratore si pone come guida attraverso il testo, evidenziandone le sfumature emotive e i passaggi significativi. Questo pubblico valuta positivamente l’aggiunta di valore che un interprete esperto può offrire al testo scritto. Naturalmente, molti ascoltatori apprezzano entrambi gli approcci, a seconda del contesto, del tipo di testo e dell’umore del momento. Un saggio scientifico potrebbe beneficiare di una lettura più neutra, mentre un romanzo d’avventura potrebbe risultare più coinvolgente con un’interpretazione vivace che ne sottolinei i momenti di tensione e le atmosfere.
Vale la pena sottolineare che la lettura interpretativa non è semplicemente una questione di enfasi o teatralità, ma richiede una preparazione specifica e una comprensione profonda del testo. Si tratta quindi di un’arte che necessita studio e pratica, non di una semplice esagerazione espressiva. Forse anche questo può aver contribuito a una rinascita del fenomeno, in una fase caratterizzata da una sempre maggior diffusione di letture neutre, anche da parte di lettori non professionisti e scarsamente preparati, la formazione dell’attore diventa anche uno strumento utile a discriminare. La lettura interpretata ha anche un importante valore educativo, essendo particolarmente efficace nell’ambito dell’insegnamento, di ogni ordine e grado. Saper trasmettere la conoscenza in modo coinvolgente è utile per l’apprendimento da parte degli allievi, è gratificante per gli insegnanti e va a beneficio del rendimento generale. Questo aspetto sottolinea come una buona interpretazione possa effettivamente migliorare la comprensione e la ritenzione del contenuto da parte dell’ascoltatore. Il contrasto fra una lettura asettica e una più interpretativa, non deve necessariamente risolversi nella prevalenza di un approccio sull’altro. Entrambi hanno il loro valore e rispondono a esigenze diverse del pubblico.