Sadeq Hedayat, padre del modernismo letterario in Iran
Padre della letteratura iraniana del Novecento. E’ un autore molto interessante, ha studiato in Francia e nei suoi racconti si sentono sia le influenze della letteratura europea che il folklore e le tradizioni del suo paese, da lui raccolte per tanti anni con metodo, tanto da essere considerato il ‘Pitré iraniano’. Vorrei sentir parlare dell’Iran non solo in termini di bombe, repressione e fondamentalismo, per questo inizierò a raccogliere nell’archivio delle audioletture anche testi dalla letteratura persiana. Fermiamo questa guerra e aiutiamo piuttosto il popolo iraniano a liberarsi dalla tirannide, sostenendone i movimenti di emancipazione interna.
Ma veniamo a noi. Sadeq Hedayat è nato il 17 febbraio 1903 a Teheran, in Iran, in una famiglia aristocratica e colta, che ha dato anche degli intellettuali influenti nella letteratura e nella politica iraniana; ad esempio, il suo bisnonno Reza-Qoli Khan Hedayat Tabarestani è stato un degno scrittore e un funzionario governativo, ebbe anche dei parenti negli alti quari dell’esercito e primi ministri sotto il regime dello Shah Mohammad Reza Pahlavi. Cresciuto a Teheran, Hedayat studiò in Francia al Collège Saint-Louis e alla prestigiosa Dar al-Fonoon. Si iscrisse alla facoltà di ingegneria in Belgio, poi studiò architettura e infine odontoiatria in Francia, ma abbandonò ogni percorso accademico senza laurearsi. Durante il soggiorno parigino ebbe una relazione amorosa con una donna di nome Thérèse e nel 1927 tentò il suicidio gettandosi nel fiume Marna, ma fu salvato da un pescatore.
Rientrato in Iran nel 1930, Hedayat lavorò brevemente in vari impieghi, tra cui la banca nazionale, ma si dedicò soprattutto alla letteratura, allo studio della storia e del folklore iraniano e alla traduzione di opere occidentali. Fu profondamente influenzato da autori come Edgar Allan Poe, Franz Kafka, Rainer Maria Rilke, Guy de Maupassant, Anton Čechov e Fyodor Dostoevskij, e tradusse in persiano molti di questi scrittori, contribuendo a modernizzare la letteratura persiana.
Tra il 1936 e il 1937 soggiornò a Bombay, dove studiò la lingua pahlavi (medio persiano) con la comunità parsi zoroastriana, approfondendo le sue conoscenze sulle radici culturali del suo paese. Qui completò e pubblicò il suo capolavoro, il romanzo La civetta cieca, iniziato a Parigi nel 1930. Quest’opera è considerata uno dei testi più importanti della letteratura persiana moderna e ha ricevuto apprezzamenti da scrittori internazionali come Henry Miller e André Breton. Oltre a La civetta cieca, Hedayat scrisse numerose raccolte di racconti brevi, saggi critici, traduzioni e opere teatrali.

Tra i suoi racconti più noti Il randagio, e Tre gocce di sangue. Fu anche un pioniere nello studio del folklore iraniano, raccogliendo tradizioni popolari e credenze, tanto da essere considerato il “Pitrè iraniano”, ovvero il fondatore dell’antropologia moderna in Iran. Hedayat era noto per il suo spirito ironico e satirico, ma anche per una profonda inquietudine esistenziale. Il suo malessere psicologico e la sua visione tragica della vita lo portarono a suicidarsi il 4 aprile 1951 a Parigi, dove si tolse la vita con il gas. È sepolto nel cimitero Père Lachaise di Parigi. Sadeq Hedayat è considerato il padre della letteratura persiana moderna per aver introdotto tecniche di modernismo letterario e per aver portato la narrativa persiana nel contesto della letteratura mondiale, con un’opera che unisce profondità psicologica, simbolismo e un forte legame con la cultura e la storia iraniana.