Proverbi sull’acqua. Ritornelli in terza rima

Ritornelli in terza rima tratti dal
Florilegio di Federico Berti
Chi dell’oceano ha misurato l’onda
lottando contro l’impeto dei flutti,
può riferirti quanto l’acqua è fonda.
Coll’acqua e con il fuoco non scherzare
poiché son servitori tra i più degni,
ma guai se tu li lasci comandare.
Dice che in cento anni e cento mesi,
attraversando cielo, terra e mare,
l’acqua ritorna sempre ai suoi paesi.
Guardati ben dall’acqua che non scorre,
rovina i ponti e fa cader le strade,
lo zoccolo divora della torre.
Guardati bene dalla mente guasta
di quel sapiente che citando il saggio,
vuol prender l’acqua con il colapasta.
Il pane senza lievito non cresce,
a nozze non si va coi fichi secchi,
nell’acqua fresca non si frigge il pesce.
L’acqua del fiume in piena quando esonda
non è pulita, chiara e cristallina
ma torbida del fango e della fronda.
Lavar la testa all’asino da soma
fa solo il tempo perso e l’acqua lorda,
del suo fetor s’appesta la tua chioma.
Lavorator mansueto a capo chino
fa come quel somar che va al mercato
bevendo l’acqua mentre porta il vino.
Liberati di quel che fa difetto,
ma non ti liberar del tuo bambino
insieme all’acqua sporca del bagnetto.
Non bere l’acqua a tutte le fontane,
non mordere la man che non conosci,
non sai se quel che mordi è pietra o pane.
Non dire mai: “Quest’acqua non la bevo”,
dopo quaranta giorni di deserto
persino il fango ti può dar sollievo.
Piove sul fango, piove sullo spino
ma l’acqua che ti piove dentro casa
quell’acqua stessa innaffia il tuo giardino.
Tutti lo san che l’acqua, il ghiaccio e il gelo,
che il vento muove tra le nubi inquiete
non stanno volentier lassù nel cielo.