La mia proposta per l’udienza conoscitiva al Consiglio Comunale sull’arte di strada a Bologna.

L’intervista a Roberto Pedroni del 2015, sul problema rappresentato dalle postazioni degli artisti di strada. Costringere una performance in una postazione fissa impedisce al cittadino di negoziare direttamente con l’artista e obbliga quest’ultimo a ‘disturbare’ impedendogli di esplorare il territorio in cerca di relazioni positive.

Per un’arte di strada libera e partecipativa

Mi presento a chi non mi conosce, mi chiamo Federico Berti, sono laureato al Dams di Bologna, dal 1995 artista di strada, uomo orchestra, narratore, ho raccolto la tradizione dei cantastorie romagnoli e sono stato per dodici anni allievo di Giuliano Piazza, fino alla sua morte, figlio di quel Piazza Marino cui la città ha dedicato una targa in Montagnola. La mia scuola è stata quella della cooperazione tra artisti e cittadinanza, sopravvissuta a 20 anni di dittatura fascista e 50 anni di guerra fredda. Sono stato un portavoce del C.a.s.b.a. negli anni ’90, l’allora Comitato Artisti di Strada Bolognesi Autoconvocati con sede al Lazzaretto Occupato, quando venne approvato su nostra proposta dal professor Roberto Grandi, docente di Comunicazioni di Massa al Dams, il regolamento per l’arte di strada rimasto in vigore fino al 2015. Oltre a praticare la strada da un quarto di secolo, sono anche autore di diversi saggi sull’argomento, in particolare “Cantastorie fra educazione e intrattenimento” edito da Nota, Udine, 2013, e “Gli artisti di strada non sono mendicanti” edito da Streetlib nel 2018, dove tratto in modo particolareggiato le tensioni tra alcuni artisti di strada e una parte della cittadinanza attiva negli ultimi dieci anni, fino alla svolta che ha portato alle nuove misure restrittive e antidemocratiche in varie città d’Italia, dove tra l’artista di strada e il cittadino è stata eliminata qualsiasi possibilità di negoziato diretto, imponendo agli uni e agli altri la mediazione di piattaforme virtuali che hanno contribuito ad esacerbare il conflitto. I temi che ho trattato in questi anni sono diventati oggetto d’interesse da parte di due consiglieri di minoranza, Marco Piazza del Movimento Cinque Stelle, e Dora Palumbo di Sinistra Unita, che hanno chiesto un’udienza conoscitiva al Consiglio Comunale, invitando su mia proposta il sopra citato assessore Roberto Grandi, il professor Pietro Maria Alemagna e Giuseppe Sisti del Comitato Piazza Verdi e dintorni, con cui ho avuto più d’un confronto diretto su questi temi in tanti anni di partecipazione alla vita di quartiere in questa città. Qualcuno mi ha scritto in privato, chiedendomi a quale titolo sono stato invitato all’udienza e quali siano concretamente le mie proposte. Le riassumo in pochi punti, corrispondenti al regolamento precedente il 2015.


Proposta di regolamento
per tutto il territorio comunale

1) Arte di strada libera per tutti
2) 1mt x 1mt di suolo pubblico libero
3) Spostarsi ogni ora di 100mt
4) Non recare intralcio o disturbo.


Chiunque non sappia stare dentro alle regole qui sopra riassunte non è un artista di strada. Il disturbo è dato da fattori culturali, non dalla fisica del suono, non dai decibel o dall’uso di un particolare strumento, il professor Grandi potrà spiegarlo meglio di me: un gallo che canta è già teoricamente fuori norma eppure vi sono contesti in cui disturba, altri in cui si inserisce in modo armonioso nell’ecosistema sonoro. Il problema del conflitto è tutto lì, quando l’arte di strada spontanea reca intralcio o disturbo vuol dire che ha già fallito il suo proposito, deve porsi diversamente o non danneggia solo l’artista che sbaglia, ma l’intera categoria. Per questo è sufficiente una sola regola a risolvere tutti i problemi dell’arte di strada spontanea: non recare intralcio o disturbo. Segnalo a questo proposito un’intelligente innovazione introdotta dal comitato degli artisti di strada genovesi, che intendono il cambio dell’ora al tocco, in modo tale da non prendere posto là dove qualcuno ha appena finito di esibirsi, distribuendo meglio le performances sul territorio e consentendo alla forza pubblica di individuare più facilmente gli eventuali trasgressori: se un artista di strada è fermo in un punto alle ore 16:45, vuol dire che ha iniziato alle 16, questa consapevolezza rende tutto più semplice.

Responsabilità dell’artista di strada

E’ responsabilità dell’artista di strada non recare intralcio alla circolazione, mantenendo fluido l’utilizzo eventuale del suolo pubblico per consentire alle altre attività di svolgersi regolarmente, e non recare disturbo al vicinato, rispettando sempre al primo avviso la richiesta di spostarsi da parte di un qualsiasi cittadino. La mobilità è del resto un potente strumento per la costruzione di relazioni positive, a volte basta davvero spostarsi di pochi metri e la reazione del vicinato non è la stessa. I luoghi adatti a una performance non sono uguali per tutti, ciascuno deve imparare a ricavarsi i propri spazi e l’eventuale insuccesso dovrebbe spingere l’artista a migliorarsi, non ad accusare il pubblico di non capirlo. E’ pubblico non solo chi si ferma nel cerchio, ma anche chi subisce la nostra presenza.

Responsabilità del cittadino

Partendo dalla comune idea che l’arte di strada responsabile sia una risorsa culturale e non un problema di ordine pubblico, ogni cittadino è chiamato a collaborare attivamente intervenendo in prima persona nel libero negoziato con l’artista di strada qualora l’attività di questi possa recare intralcio o disturbo, è suo diritto chiedergli di spostarsi di 100mt e l’artista ha l’obbligo di farlo senza ulteriori attese, il tempo di chiudere la rappresentazione e raccogliere le eventuali offerte; in caso contrario il cittadino può chiedere l’intervento dei vigili urbani o della polizia municipale. Questa responsabilità del cittadino è vincolante, poiché non possiamo lamentarci della categoria se non collaboriamo in prima persona alla reciprocità delle relazioni. L’artista di strada non può contestare questo tipo di reazione, non più di quanto contesterebbe i fischi del pubblico se fosse in un teatro: la reazione avversa di un solo cittadino, quando crea un dramma sociale aperto e conclamato, corrisponde al fallimento dell’artista.

Responsabilità delle forze dell’ordine

Se da un lato le forze dell’ordine hanno il dovere di intervenire quando chiamate in causa dal cittadino, chiedendo l’allontanamento dell’artista di almeno 100mt dal luogo in cui si trovano, dall’altro dovrebbero anche evitare l’intervento preventivo, lasciando a ogni artista di strada la libertà di provare a costruire buone relazioni nel luogo da loro scelto. L’intervento della forza pubblica in presenza di una segnalazione non anonima, non è da interpretarsi come una limitazione della libera espressione, ma al contrario serve proprio a mantenere in equilibrio la situazione complessiva, allontanando i singoli trasgressori per evitare che si sviluppino tensioni tra categorie. Allontanare gli artisti di strada che non hanno rispetto per il cittadino, serve a tutelare tutti gli altri. Quando l’artista di strada non si mostri collaborativo con le forze dell’ordine, e solo in quel caso, allora si potrà ricorrere ai gradi successivi d’intervento: sanzioni amministrative, sequestro degli strumenti e in casi estremi ai provvedimenti che la legge prevede per il disordine pubblico.

Responsabilità dei media

Nel libro Gli artisti di strada non sono mendicanti ho raccolto diversi casi di giornali, radio, emittenti televisive, blog e riviste online, che negli scorsi anni si sono limitate a raccogliere le proteste da parte di alcuni artisti di strada senza ascoltare l’altra campana della storia che avevano ascoltato; in alcuni di questi casi, come ho avuto modo di documentare nel libro, che chiedo di allegare al verbale dell’udienza, i protagonisti appartenevano proprio alla categoria di quegli artisti di strada che non hanno rispetto per le leggi dell’ospitalità e non considerano il cittadino ‘padrone in casa propria’. I media sono invitati sempre a verificare le informazioni che trasmettono, perché facendosi portavoce dei trasgressori finiscono per danneggiare anche gli artisti di strada responsabili.

Responsabilità dell’amministrazione

L’amministrazione comunale è responsabile di creare le condizioni affinché tutte queste realtà possano collaborare al meglio, ascoltando le parti sociali e dando le disposizioni necessarie, badando a favorire in ogni caso il libero negoziato fra l’artista e il cittadino, l’intervento della forza pubblica in caso di tensioni, l’eventuale rettifica ai media che trasmettano più o meno consapevolmente false informazioni.

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