MemoLab. La memoria in pratica, a portata di studenti

Un palazzo della memoria applicato al contenuto di questo articolo. Illustrazione a cura di Federico Berti. Creato con Gimp/Qwen

Quando ho pubblicato i miei due saggi dedicati all’arte della memoria, alle scienze cognitive e all’intelligenza collettiva che può cambiare il mondo, mi rivolgevo a lettori accademici, perché sentivo il bisogno di riformare dalle fondamenta le tecniche di memoria, convinto che oggi vengano insegnate in modo inutile e dannoso. Quei due libri, Memoria. L’arte delle arti e Rivoluzione Interiore. Mondi possibili e guerra cognitiva, hanno il pregio di essere supportati da un’ampia letteratura scientifica, a differenza di molti metodi prêt-à-porter che tanto vanno di moda oggi, però hanno il difetto di essere totalmente inutili a un giovane studente che non sappia nulla dell’argomento e che si trovi davanti al problema concreto di migliorare nella padronanza della sua ‘scrittura interiore’, abbassando l’ansia da prestazione che le tecniche di memoria malintese possono creare.

Serve quindi un laboratorio aperto, in cui mostrarvi l’applicazione pratica del metodo, in modo da affiancarvi sui vostri problemi concreti e aiutarvi a beneficiarne tutti e subito. No, non ho nessuna intenzione di vendervi costosissime lezioni, come ho sentito che qualche insegnante un po’ sfacciato pretende di fare, né videocorsi a pagamento. Niente di tutto questo. Lavoreremo insieme qui, nel mio archivio personale, e sul canale YouTube dedicato alla Mnemopoiesi (letteralmente, poesia della memoria). Sia il sito che il canale sono monetizzati; dagli appunti che metterò insieme per voi ricaverò più avanti un libro, che sosterrà onestamente il mio lavoro, dandovi nel frattempo un’opportunità concreta di proporre voi stessi degli appunti da ‘scrivere’ nella vostra mente. Il motivo per cui ho intenzione di fare questo è che ognuno di noi dovrebbe dare un contributo personale allo sviluppo dell’intelligenza collettiva: è una forma di impegno sociale per migliorare un poco il nostro mondo, perché a una mente che funziona è più difficile raccontare delle sciocchezze.

Ogni episodio sarà basato su un articolo tratto da uno dei siti dove gli studenti normalmente condividono i loro appunti. Segnalerò il link alla pagina originale, in modo che possiate leggervi il testo completo; voi stessi potete mandarmi i vostri appunti, lavoreremo insieme su quelli: vi mostrerò come costruire dei palazzi della memoria agili, leggeri, piacevoli da visitare, divertenti da immaginare, ma soprattutto collegabili tra loro in quartieri e città interiori, per rendere la conoscenza un tutt’uno con la coscienza. Questo vuole essere solo un articolo introduttivo. Non so ancora con quale cadenza riuscirò a pubblicare queste brevi guide, ma voi non esitate a mandarmi i vostri materiali, perché farò il possibile per rispondere a tutti: ho intenzione di rivolgermi a studenti di ogni livello, dalle scuole elementari all’università, quindi suddividerò le guide per livello di avanzamento scolastico e cercherò di portarle avanti insieme.

Gli esempi che farò non hanno un valore assoluto, ma devono servirvi come modello pratico, sul quale potrete lavorare poi per conto vostro, personalizzando le immagini di memoria. Potete commentare sotto i video come voi lavorereste sulle vostre scritture interiori, così da poterle confrontare tra loro. Per questo ho chiamato la rubrica MemoLab, perché vorrei che dal mio esempio pratico nascesse un laboratorio condiviso. Iscrivetevi al canale YouTube, partecipate, commentate.

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Per lasciarvi con un esempio pratico inizierò a costruire un primo palazzo della memoria per memorizzare le cose che vi ho scritto fin qui. Assoceremo il contenuto di questo articolo ad alcune immagini semplici, da inserire in uno scenario nel quale immaginare di muoverci secondo un percorso prestabilito. Inizierei dallo scenario, che nel nostro caso vorrei fosse un palazzo con la forma di una grande sfera, a simboleggiare la nostra testa. Il materiale di cui è costruito questo edificio tondeggiante vorrei mi richiamasse la carta, su cui normalmente noi prendiamo i nostri appunti: quindi una grande testa umana in cartapesta, come nei carri allegorici di Carnevale.

In questo palazzo avremo un grande portone rosso, centrato in basso, a forma di bocca, dal quale entrare. Dalla bocca possiamo salire nel naso con una scala a pioli verticale, come fa l’aria che respiriamo: il naso è collegato alle due finestre degli occhi, che disegnerei simili alle finestre dei castelli medievali, a guglia. Dato che gli occhi sono lo specchio dell’anima, da queste due finestre si accede alla fronte, dove localizzeremo simbolicamente la nostra mente. Altri luoghi da ricordare nell’immagine sono le orecchie laterali, un tappeto rosso che esce dalla bocca a simboleggiare la lingua, e accanto alla testa una mano alzata, col palmo visibile e le cinque dita stese. In questo modo si trovano rappresentati tutti e cinque i sensi (vista, udito, olfatto, gusto, tatto).

Tutti questi luoghi sono collegati fra loro da percorsi che conducono alla fronte, dove abbiamo collocato simbolicamente (per pura convenzione) il pensiero: riuscite a immaginarla questa testa di cartapesta, con due grandi orecchie a balconata, due enormi finestre negli occhi, una bocca aperta con un tappeto rosso che ne esce, una mano alzata, una scala a pioli lungo il naso e nella fronte il laboratorio della nostra mente, che possiamo visualizzare come una biblioteca? Se incontrate difficoltà, fermatevi un momento, ritornate indietro e rileggete questa parte dell’articolo, fino a che non avrete l’impressione di “vedere” quest’immagine, di poterci quasi camminare dentro. Immaginate di entrare dalla bocca, salire per il naso, affacciarvi dagli occhi o dalle orecchie, fermarvi a leggere un buon libro nella fronte.

La testa poggia su un carro che ha la forma di un quaderno dotato di ruote, per ricordarci che partiremo dagli appunti scolastici, i quali saranno la base documentaria delle nostre immagini di memoria. Seduti sul quaderno, sotto la testa, quattro studenti di età diverse: bambino, ragazzo delle medie, adolescente, giovane universitario, per simboleggiare i diversi destinatari di questa rubrica. Questi studenti non sono estranei l’uno all’altro, ma si guardano a vicenda, per ricordarci l’importanza del tutoraggio reciproco. Accanto alle due orecchie, da un lato un genio maligno con una testa d’asino che parla (il cattivo insegnante, quello che crea ansia da prestazione e competizione), dall’altro una donna alata con un elmo (la dea Atena, che simboleggia la sapienza). Ecco un’immagine indelebile che ci consentirà di riassumere tutto il contenuto di questo articolo, in modo non letterale ma concettuale.


Partecipa al MemoLab.


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