La narrazione a doppio registro. “L’ultimo volo” di P. Cacucci
La tecnica del doppio registro consiste nel sovrapporre due o più realtà narrative attraverso un terreno comune metaforico: si scelgono parole per indicare oggetti, attributi, azioni, che funzionino perfettamente in entrambi i contesti, dando luogo a una doppia coerenza interpretativa; le informazioni vengono date quindi al lettore con parsimonia, omettendo dettagli che possano svelare prematuramente il congegno narrativo. Si rende in questo modo più incisivo l’accostamento metaforico tra le due realtà.
“L’ultimo volo” di Pino Cacucci è un tipico esempio di questa tecnica, nel quale vengono sovrapposte fra loro due realtà che possono funzionare l’una come metafora dell’altra: una competizione aerea tra piloti di aeroplani in formazione, e il volo nuziale delle api, adoperando un linguaggio che funziona in entrambi i contesti: termini come “formazione”, “manovra”, “precisione”, “coordinamento” mantengono la propria efficacia descrittiva sia nell’ambito aviatorio, che in quello entomologico. Sarà l’uno o l’altro contesto, quello di cui l’autore vuol parlare nel suo racconto? Lo scopriremo soltanto nel finale, quando il momento della rivelazione produrrà nel lettore un effetto di straniamento obbligando a una rilettura cognitiva.
La narrazione a doppio registro può assumere anche una funzione di raccordo tematico tra diverse sezioni di un’opera complessa; la rivelazione finale della vera natura degli eventi narrati può tessere una rete di corrispondenze interne, sviluppando parallelismi tra diversi piani narrativi o temporali. L’inserimento strategico di sequenze a doppio registro consente una modulazione più articolata del ritmo narrativo, creando momenti di sospensione che rallentano la progressione della lettura, inducendo il lettore a un approccio più meditativo e attento. La tecnica si dimostra particolarmente efficace nei momenti di transizione, anticipando cambiamenti di tono, prospettiva o focus tematico senza ricorrere a espedienti esplicitamente dichiarativi.
Un’integrazione efficace della narrazione a doppio registro richiede però, sia nelle opere complesse che nel racconto breve o nella poesia narrativa, un’attenzione particolare alla coerenza stilistica: non deve suonare estranea al registro dominante pur mantenendo una propria specificità funzionale; mai perdere di vista le aspettative del lettore o usarla in modo noiosamente prevedibile, compromettendo l’effetto di sorpresa.