Le parole che cambiano il mondo.

Isabel Allende, Due parole (1992). Lettura integrale. Eva Luna Racconta

Isabel Allende, ovvero la venditrice di parole. Quelle Due parole del racconto che apre la serie di Eva Luna Racconta, in cui si fondono il realismo magico di Marquez, la scrittura realistica e popolare del Posboom, il tratto autobiografico proprio dell’Allende. Pubblicato nel 1992, questo breve racconto parla di Belisa Crepusculario, una donna che percorre i mercati e i villaggi del Cile rurale, vendendo parole. Non si limita a scrivere lettere o messaggi, ma porta le informazioni locali da un paese all’altro, e dona ai clienti migliori quelle ‘due parole’ segrete, personali, che ognuno può pronunciare nell’intimità della sua vita privata quando si sente demotivato. Il racconto di Allende si svolge in un Cile segnato dalle lotte rivoluzionarie, si direbbe prima della dittatura di Pinochet. La protagonista incontra un brigante, un guerrigliero che, pur essendo un combattente armato, vuole rinunciare alla violenza e farsi eleggere democraticamente dal popolo, per cui ha bisogno di un discorso ben scritto. Si rivolge a lei, che oltre al discorso pubblico dona all’uomo, dal quale si sente inesorabilmente attratta, le due parole ‘magiche’ da pronunciare nei momenti di sconforto. Quelle due parole agiscono come un incantamento, legando il cuore del guerrigliero a quiello della protagonista. Uno degli aspetti più interessanti del racconto è la rappresentazione di Belisa come figura femminile di potere, in un contesto tradizionalmente patriarcale.

Possedere le parole, significa possedere anche il potere di trasformare la realtà, di creare comunità, di ispirare cambiamenti profondi nelle persone e dunque nel mondo. La professione stessa di Belisa, che si direbbe di derivazione europea, introdotta probabilmente in Cile durante le migrazioni dell’Ottocento, invita a riflettere sull’importanza delle parole. Il racconto si inserisce nel solco del posboom latino, privilegiando un realismo sociale e psicologico che comunque non ha perso la dimensione magica del realismo anni ‘60-70, una combinazione di realtà e dimensione simbolica particolarmente adatta al contesto contemporaneo, dove la linea tra reale e virtuale, tra fatto e narrazione, si fa sempre più sottile. La figura di Belisa è propria delle tradizioni popolare diffuse sia in America Latina che in Europa, dove i girovaghi portavano notizie, racconti, poesie, canzoni e scrivevano per chi non sapeva farlo, una sorta di mediatori culturali antelitteram. Il racconto insegna che in fondo le rivoluzioni in grado di cambiare veramente il mondo sono quelle che avvengono dentro di noi, prima di manifestarsi fuori di noi: le Due parole di Allende, nipote del Presidente Salvador Allende ucciso durante il golpe di Pinochet, suggeriscono una riflessione profonda sul potere della comunicazione: ogni messaggio che inviamo o riceviamo, può trasformare, nel bene o nel male, la vita di chi lo riceve. Le parole non sono mai neutre.

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