Rassegna stampa. Il retroterra storico dietro le violenze di Bhirma Koreagon

Le violenze di
Bhirma Koreagon

2018 Bhirma Koreagon Violence

Nel bicentenario della Battaglia di Bhirma Koreagon, ci sono state manifestazioni con lancio di pietre, è morto un ventottenne e altri cinque sono rimasti feriti. Ad organizzare le celebrazioni annuali, dette anche Elgar Parishad convention, il giudice in pensione B.G. Kolse Patil e P.B. Swant che sosteneva il termine Elgar indicare un invito ad alta voce o una dichiarazione decisa.

La battaglia del 181 ha rappresentato molto per i Dalit. Il primo giorno dell’anno le truppe dell’Esercito nazionale di Bombay al servizio della Compagnia delle Indie Orientali, con un gran numero di Mahar sconfissero una forza numericamente molto superiore, di circa 28000 uomini, del Pesha Baji Rao II. Un pilastro commemorativo della vittoria (Vijay Sthamb) fu eretto a Koreagon sagli inglesi, per commemorare le vittime. Nel 1928, B.R. Ambedkar guidò qui la prima memoria di commemorazione. Da allora ogni anno gli Ambedkariti di radunano qui per celebrare la loro vittoria contro il regime Peshwa della casta superiore dell’Impero Maratha, che considerano i loro oppressori.

Secondo una leggenda, Aurangzeb uccise e mutilò Sambhaji Maharai nel 1689. Govind Mahar, di Vadhu Budruk (un villaggio vicino a Bhima Koreagon), raccolse le parti del corpo e organizzò gli ultimi riti. Si dice che il memoriale per Sambhaji Maharaj sia stato costruito dai Dalit Maharat di quel villaggio. Poco dopo, la tomba di Govind Mahar fu costruita nel villaggio dopo la sua morte.

I fatti del gennaio si svolsero così. Prima della commemorazione, 250 Bahujan si radunarono sotto la bandiera di Elgar Parishad e organizzarono una conferenza a Shaniwar Wada. Tra gli oratori, due giudici in pensione, B.G. Kolte-Patil and P-B. Sawant e Jignes Mevani, un nuovo membro dell’Assemblea Legislativa Gujarat.

Si dice che l’equiparazione di Hindutva con i Peshwa abbia irritato i gruppi indù.

E’ iniziato il raduno come ogni anno in modo pacifico, ma quest’anno le tensioni erano cresciuto in un villaggio vcino sulla questione di chi avesse celebrato gli ultimi riti del sovrano Maratha Sambaji, se il Mahar o il Maratha. Quindi il panchavat di Bhima Koreagon ha emesso un bando chiedendo ai residenti di boicottare l’evento tenendo i negozi chiusi. A quel punto i gruppo per i diritti dei Dalit hanno organizzato blocchi stradali e manifestazioni in tutto il Maharashtra e ci sono state violenze. Morto un ragazzo di 16 anni, la famiglia di lui sostiene di essere stata ferita dalle fustigazioni della polizia. Convocato un bandh del Maharastra. 30 poliziotti feriti e 300 arresti. Disservizi ai treni di Dabbawala.

Battaglia di Koreagon

La battaglia di Koreagon, detta anche battaglia di Koreagon Bhima, è avvenuta nel 1818 fra la Compagnia delle Indie Orientali e il partito dei Peshwa della Confederazione Maratha. 25000 uomini guidati dal Peshwa Baji Rao II diretto ad attaccare Pune, tenuta dalla Compagnia, cadde in un agguato di 800 uomini che stavano andando a rinforzare l’obiettivo inglese. I Peshwa mandarono 2000 uomini per impedire al gruppo di trincerarsi. Guidate dal generale Francis Staunton, le truppe dela Compagnia resistettero per 12 ore, prima che i Peshwa si ritirassero. Questa battaglia è parte della terza guerra anglo-maratha, una serie di battaglie che culminò con la sconfitta dei Peshwa e l’egemonia inglese. Il pilastro commemorativo della battaglia tuttavia, è da allora oggetto di manifestazioni e raduni annuali in funzione anticoloniale.

Nel XIX secolo i Maratha si organizzarono in una libera confederazione costituita dai Peshwa di Pune, gli Scindia di Gwalior, gli Holkar di Indore, i Gaekwand di Baroda e i Bhosale di Nagpur. Gli inglesi avevano firmato con loro trattati di pace. Quando poi gli inglesi intervennero in questioni tributarie tra i capi locali esautorando il potere dei Peshwa, ponendo fine alla confederazione, questi incendiarono la residenza britannica a Pune ma furono poi sconfitti nella battaglia di Khadki nel 1817.

I Peshwa quindi fuggirono a Satara e allora le forze della compagnia presero controllo della postazione, affidandola al colonnello Burr mentre un contingente britannico sotto i comando del generale Smith inseguiva i Peshwa per evitare che aggredissero altrove. La latitanza dei Peshwa culminò in questa battaglia

Peshwa

Il Peshwa era il Primo Ministro ereditario dell’Impero Maratha del subcontinente indiano. In origine i Peshwa servivano come subordinati il Chatrapati, re dei Maratha. In seguito sotto la famiglia Bath divennero di fatto leaders della Confederazione Maratha e restarono dei capi rappresentativi con funzione puramente formale, restando sotto l’autorità dei nobili Maratha e della Corona Britannica.

Tutti i Peshwa appartenevao alla dinastia dei Brahmini Deshastha Il primo Peshwa fu Moropant Pingle, considerato il capo dell’Ashta Pradhan, consiglio di otto ministri, nominato da Chatrapati Shivaji Maharaj, fondatore del Maratha Empire. I successivi Peshwa tenevano i massimi ruoli amministrativi e controllavano la Confederazione Maratha. Sotto la famiglia Chitpavan Brahmin Bhat, i Peshva divennero di fatto amministratori ereditari. Il culmine del loro potere fu sotto Baji Rao nel XVIII secolo. In quel periodo l’impero Maratha raggiunse il proprio zenith, controllando la maggior parte dell’India.

Nel 1760 la pace del governo Peshwa fu rotta dall’ascesa dei Koli sotto Javji Mable, che si trasferì sulle colline e da lì organizzava rapine e brigantaggio, terrorizzando il paese. Resistette per vent’anni con coraggio, sconfiggendo e uccidendo i generali che il governo gli mandava contro. Finì perseguitato copn tanta veemenza che finì per consegnare tutti i suoi forti a Tukoji Holkar e quindi fu graziato, messo a capo di un distretto di polizia con potere di vita e di morte sui fuorilegge. Nel 1798 nuova agitazione dei Koli, il capo era stavolta Ramji Naik Bhangria, più abiule dei suoi predecessori. Anche in questo caso, non riuscendo a prenderlo il governo gli affidò un incarico di polizia e ‘comprò’ in questo modo la sua fedeltà

L’Impero Maratha

I Maratha erano un gruppo di guerrieri di lingua marathi dell’altopiano del Deccan occidentale, l’attuale Maharasashtra, che stabilì un autogoverno degli Indù arrivando ad acquisire una certa importanza nel XVII secolo sotto la guida di Shivaji Maraj, che si ribellò alla dinastia Adil Shahi. Erano conosciuti per la loro grande mobilità. Per gestire in modo efficace l’impero, venne organizzato come una confederazione di stati indipendenti posti sotto il governo di un capo militare. Questi capi erano conosciuti come Gaekwad, Holkar, Indore, Scindia, Ujiain, Bhionshales, Meheres, Puar, Dewa e Newalkar. Gran parte dell’impero si trovava intorno alla linea costiera, protetta dalla marina Maratha, che tenne lontane le navi portoghesi e britanniche. Sulla terraferma, il cuore della strategia era nella costruzione di fortificazioni militari sulle colline.

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