Migranti in mare. Scavalcarsi l’un l’altro. Interviste in casa di riposo. Gli anziani raccontano.

Mare nostrum

Migranti che nutrono il mare
Morti per scavalcarsi l’un l’altro

Interviste in casa di riposo
a cura di Federico Berti

“Ripescarli fanno presto, quando riportano in superficie la nave hai voglia fino a 700 metri sotto arrivano, bisogna vedere che profondità di mare c’è lì. Ma non c’è nessuno che guarda? Son tutti contrabbandieri, clandestini. Certo forse per via della guerra non lo so, a me sembrerebbe utile andare a vedere là da dove vengono, la realtà della loro situazione. Fanno i debiti per partire, dovrebbero combattere nei loro posti, ribellarsi a chi li riduce così! C’è da dire però una cosa che nessuno ne parla, qui la marina militare italiana aveva fatto il suo, li aveva raggiunti alla partenza e li stava per salvare, il motivo per cui sono morti è la testardaggine e l’incoscienza di persone che non sanno dov’è il cielo e dove la terra. Sono morti per chi voleva scendere prima degli altri, volevano scavalcarsi, superarsi, quando erano sulla stessa barca. Andavan piano uno per volta, non succedeva. Tanto ormai il soccorso era arrivato, no? Allora tu lo vedi fo bene a essere sempre l’ultima dappertutto, rimango indietro poi se mi tocca il posto meglio così, mi mettono in cima pure quando vado alla messa; è una battuta, ma lo dice pure il Vangelo. Non si evade nessuno, se il Signore ci ha fatto un cervello bisogna ragionare delle cose, non mandare avanti l’istinto. Non c’è da incolparli, ma è una lezione. Noi qua abbiamo vissuto l’ultima guerra e sappiamo quanta crudeltà e quanti dolori, nel mio piccolo avevo 6 anni  portavo fuori le mucche mi trovai in mezzo a un combattimento fra tedeschi e partigiani, sentivo le pallottole della mitraglia cascare tra le foglie dei castagni, mi riparai in una grotta e lì piansi finché non mi addormentai, mi ritrovarono poi la sera. Anche i bambini laggiù in Libia avranno a pascolare le loro bestie! Quindi so che vuol dire. Noi però qua eravamo tutti una famiglia, non ognuno per conto suo si salvi chi può. Avere un po’ di terra ci si veniva fuori, i problemi si affrontavano insieme. Il babbo di una mia amica andò fuori nel castagneto, raccolse un paniere di funghi e fece la zuppa per tutti, mica per lui solo. S’era in 33 dentro un seccatoio, figurati un po’! Un conto è scavalcarsi, morte tua vita mia, un’altra cosa è stare uniti nella sventura”

Tratto dal libro
di Federico Berti


La copertina di questo libro, un quadro di Giotto raffigurante il classico topos del vecchio e del bambino, a simboleggiare la trasmissione della memoria storica attraverso le generazioni.


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