Il panda in amore. Un fatto vero.

Panda

Ii Panda innamorati

Storie di animali
Testo di Federico Berti

Di stanza nel paese dei balocchi
stavano i panda a sonnecchiar nel prato
sotto lo sguardo attento di cent’occhi.
Chiassose giostre, banchi del mercato,
sciami di rumorosi ragazzini,
salsiccia matta e zucchero filato.
Talvolta, scavallavano i confini,
a ripescar giocattoli dispersi,
adulti più molesti dei bambini.
Menando morsi, minacciando a versi
si son battuti gli orsi con valore
con quelle scimmie fragili a vedersi.
Quando poi venne il tempo dell’amore,
non furono eccitanti passeggiate
fonte d’ispirazione e buon umore,
solo raschiar di ruote arrampicate,
rotaie su tralicci risonanti,
sospiri di cassiere un po’ annoiate.
Il direttor gridò ai mancati amanti:
“Avanti! Qui da noi si son mai visti
strumenti tanto poco performanti!
E quante storie! Ma che facce tristi!
Di questo passo, non darete figli
a rallegrare i figli dei turisti!”.
Venuto meno il tempo dei consigli
bussò ai cancelli il mal della corona
cercando nella folla nuovi appigli.
Più non si udiva il rombo che rintrona
Fu chiuso il parco, tacquero le voci
e per gli amanti fu la volta buona.
La femmina ridendo soddisfatta,
provò a spiegar le cose come stanno
al vecchio direttor della baracca:
“Tu vuoi saper la causa del malanno?
Non mi turbò l’inganno della fiera
Non fu la confusione a darmi affanno
Ma il fatto di sentirmi prigioniera!
O che ti parlo a far? Tu non m’intendi,
lascia che goda questa primavera”.

Rassegna stampa
di Federico Berti

Questa notizia della coppia di panda che amoreggia dopo dieci anni nel giardino zoologico di Hong Kong, sta destando l’attenzione dei media, che ripetono più o meno ovunque la stessa storia, tralasciando quello che a leggere con più attenzione sarebbe il vero problema. Infatti la tendenza è parafrasare un’affermazione degli zoologi, se condo cui la chiusura del parco per motivi sanitari è bastata a creare quel po’ di privacy che ha indotto i due animali a rilassarsi, cercandosi l’un l’altro. Magari fosse così, ma andiamo a vedere nello specifico gli articoli che ho raccolto in questa rassegna stampa.

TgCom24, Hong Kong, zoo chiuso per coronavirus e la coppia di panda (dopo 10 anni) riesce ad accoppiarsi, I veterinari dellʼOcean Park festeggiano sui social lʼevento. Alla fine, forse, è bastata solo un poʼ di privacy.

“L’accoppiamento naturale tra i due panda è un fatto estremamente eccitante (parole sue ndr) per tutti noi, la gravidanza attraverso un rapporto naturale è molto più probabile rispetto all’inseminazione artificiale”, ha detto Michael Boos, direttore esecutivo per le operazioni zoologiche e la conservazione a Ocean Park.

A sentire il dirigente di Ocean Park insomma si tratterebbe di un ‘problema’ sessuale, come se la presenza dei turisti potesse procurare in sé una qualche forma di inibizione negli animali. Un problema del panda, insomma. Questa tesi è confermata nell’articolo che segue, dove addirittura si spiega che le dimensioni dell’organo genitale maschile rispetto a quello femminile potrebbero contriuire alla difficoltà negli accoppiamenti e alla ricerca del partner ideale. Insomma, il panda ce l’ha piccolo e si fa un sacco di complessi in presenza di occhi indiscreti, questa l’impressione che il lettore medio potrebbe farsi o meglio, la ‘storia’ vendibile dai media di massa. Ovviamente nulla contro gli amici di Fan Page, che seguo sempre con piacere e interesse.

Simona Linardi, 15 Settembre 2011, ‘Scienze FanPage’, Il problema sessuale dei Panda, Le difficoltà dell’accoppiamento dei panda e la scarsità del bambù, base della loro dieta, mettono in pericolo la loro sopravvivenza.

La femmina partorisce un massimo di tre cuccioli, ma ne sopravvive sempre solo uno. Inoltre è anche difficile l’accoppiamento, in quanto il maschio sceglie meticolosamente la femmina che deve essere di suo assoluto gradimento, altrimenti rifiuta l’accoppiamento. Per alcuni specialisti il problema risiederebbe anche nelle dimensione dell’apparato riproduttore: il pene tanto corto e la vagina della femmina panda tanto profonda, per cui l’inseminazione risulta relativamente bassa.

La prima fonte a spiegare un po’ più approfonditamente le ragioni per cui la compatibilità fra maschi e femmine non è scontata, è l’enciclopedia libera, Wikipeda. Il basso numero di esemplari, la sopravvivenza di un solo cucciolo su tre, il lungo svezzamento e la stagione degli amori che nelle femmine cade ogni due anni soltanto, favorisce in natura la ricerca di un partner lontano dal proprio territorio, una vera e propria migrazione come vedremo. Questo potrebbe spiegare in parte le ragioni di una così rara compatibilità fra esemplari.

AA.VV. ‘Wikipedia’, Ailuropoda Melanoleuca

Gli animali sono in genere consanguinei poiché sia nelle aree protette che in natura sono sparsi in gruppi poco numerosi. Se fossero liberi di vagare da una montagna all’altra, cosa attualmente impossibile a causa delle vallate occupate dagli insediamenti umani, potrebbero riprodursi con esemplari di altri gruppi contribuendo alla variabilità del loro genoma. Per favorire la riproduzione degli esemplari in cattività è stato a volte impiegato un metodo che prevede la visione da parte degli stessi di filmati che mostrano rapporti sessuali tra panda. La radice di questo metodo è in Thailandia ed è stato reso popolare dai risultati di un esperimento eseguito su diversi panda giganti adulti cresciuti in cattività nel parco Chiang Mai Zoo, ai quali si è mostrata una serie di video di accoppiamenti di altri panda giganti


Leggendo con più attenzione si scopre anche la complessità del corteggiamento, non semplice in una condizione di cattività dove oltre tutto sono impossibili le lunghe ‘passeggiate’ delle femmine in cerca di un partner a loro gradito.


Maria Grazia Cantalupo, ‘People For Planet’, 8 Aprile 2020, Hong Kong: lo zoo è chiuso e i due panda si accoppiano dopo 10 anni

La stagione degli amori, per questi animali, si presenta, solitamente, tra marzo e maggio “Ying Ying ha iniziato a passare più tempo a giocare nell’acqua mentre Le Le marcava il territorio e ricercava l’odore della femmina”, ha aggiunto Michael Boos, direttore esecutivo del parco.  Quando l’emergenza coronavirus sarà terminata, riaprimemo gli zoo come mera attrazione turistica e fonte di denaro o li trasformeremo in luoghi in cui si preparano gli animali a ritornare nel loro habitat naturale?

Redazione, ‘Focus’, Le femmine di panda cercano l’amore lontano da casa. Nella stagione degli amori macinano chilometri alla ricerca di un partner, anziché aspettarlo nel proprio territorio: un altro strano comportamento sessuale di questi mammiferi.

L’analisi dei dati GPS registrati dai collari di alcuni panda giganti (Ailuropoda melanoleuca) delle montagne Qionglai e Qinling, in Cina, ha rivelato particolari inaspettati sui loro spostamenti. Le femmine sembrano fare concorrenza ai maschi per chilometri compiuti: in particolare, durante la stagione degli accoppiamenti, le femmine adolescenti tendono a disperdersi più lontano dei maschi per trovare l’amore. Un comportamento anomalo per i mammiferi, non riscontrato in nessun altro animale della famiglia degli ursidi. Tendono poi a tornare nel luogo d’origine per partorire e allevare i cuccioli. Le migrazioni stagionali non sono prive di rischi: una delle femmine osservate, dopo un lungo vagabondare, è tornata a casa affamata e ferita, ed è morta poco tempo dopo.

AA.VV. Wiley Online Library, 4 Marzo 2016, Telemetry research on elusive wildlife: A synthesis of studies on giant pandas. Read the full text (English)

Thomas Connor, Andrés Viña, Julie A. Winkler, Vanessa Hull, Ying Tang, Ashton Shortridge, Hongbo Yang, Zhiqiang Zhao, Fang Wang, Jindong Zhang, Zejun Zhang, Caiquan Zhou, Wenke Bai and Jianguo Liu, Interactive spatial scale effects on species distribution modeling: The case of the giant panda, Scientific Reports, 10.1038/s41598-019-50953-z, 9, 1, (2019).

Ma i panda non si spostano solo per motivi legati alla riproduzione, bensì perché pur essendo teoricamente onnivori (mangiano anche carogne e insetti) si sono specializzati in realtà in una dieta vegetariana a base di polpa di bambù, della quale arrivano a consumare fino a quaranta chili al giorno. Non potendo accumulare grandi riserve alimentari nel grasso, non possono permettersi di andare in letargo come fanno gli altri ursidi e quindi sono costretti a vagare anche d’inverno con la neve.

Redazione, ‘Focus’, 6 Marzo 2017, Perché i Panda hanno quelle macchie?

I colori di zampe, pancia e schiena sarebbero utili per mimetizzarsi: il nero tra gli alberi delle foreste, il bianco in caso di neve. Non è immediato capire perché i panda dovrebbero mimetizzarsi, né come facciano a farlo con una pelliccia così caratteristica come la loro: secondo Tim Caro e i suoi colleghi la risposta sta, ancora una volta, nella particolare dieta dei panda e nelle sue conseguenze. I panda mangiano solo bambù, una pianta di cui si devono nutrire quasi senza sosta per potersi sostenere. Per questa ragione, contrariamente a tutte le altre specie della famiglia Ursidae, non vanno in letargo nei mesi invernali: non sarebbe possibile per loro accumulare sufficienti riserve di grasso con la loro dieta vegetariana. Quindi hanno bisogno di mimetizzarsi sia negli ambienti innevati, che nella penombra delle foreste. 

Addirittura le scoperte in paleontologia sembrano confermare che l’evoluzione possa aver portato orsi vegetariani dall’Europa fino alla Cina attraverso i Balcani e l’Asia centrale. Il bello è che l’organismo di questo animale fatica a digerire il bambù e riesce a sopravvivere solo abbassando il livello del metabolismo, in maniera simile al bradipo. La temperatura del corpo assomiglia aquella degli animali in letargo.

‘Sputnik News’, 15 Giugno 2019, Da dove vengono i panda e perché mangiano bambù?

Redazione ‘ExpoItaly’, 9 Settembre 2018, Il Panda gigante. Storia, origine, alimentazione e socialità

Ma la vita del panda è cambiata da quando l’uomo ha iniziato a considerarlo un fenomeno da baraccone, un’attrazione per turisti o un dono prestigioso. Già la sua vita era a rischio per il bracconaggio e per la deforestazione del bambù in gran paerte del continente asiatico, ma ormai da più di cent’anni si può dire che sopravvive con fatica per lo più in cattività, dove possiamo immaginare, considerando tutti i fattori elencati fin ora, quanta difficoltà possano avere questi poveri animali a trovare le condizioni adatte all’accoppiamento.

Le prime epoche di considerare i Panda come regali e prestiti commerciali a breve termine ai giardini zoologici hanno lasciato il posto ad accordi di prestito che generano fondi per la conservazione della popolazione selvaggia. Più di 120 panda sono mantenuti in cattività in Cina, e altri 15 a 20 si trovano in altri zoo. Le popolazioni in cattività stanno aumentando. Su-Lin, il primo dei panda giganti in Occidente, raggiunse gli Stati Uniti da piccolo nel 1936 ed era un’attrazione popolare allo Zoo di Brookfield, vicino a Chicago, fino alla sua morte nel 1938. Nessun europeo ha osservato un panda gigante in natura fino alla spedizione Walter Stötzner del 1913-15, anche se Armand David, un missionario vincenziano, scoprì alcune pellicce di panda nel 1869.

Redazione, ‘Il Secolo XIX’, 8 Gennaio 2009, Pechino, panda “cattivo”aggredisce gli uomini

Uno di questi si chiama Gu Gu e vive nello zoo di Pechino: per ben tre volte ha attaccato esseri umani. Ha morso alle gambe un uomo che era entrato nel recinto per recuperare un giocattolo del figlio. La vittima, di cui si conosce solo il cognome Zhang, è ora ricoverata in ospedale ma non è in gravi condizioni. Già negli anni precedenti Gu Gu era salito alla ribalta per aver azzannato un ragazzino di 15 anni e, precedentemente, un ubriaco. Secondo gli esperti, se minacciati i panda sono capaci di attaccare gli uomini in maniera brutale. I buffi orsacchiotti in ogni caso restano animali molto amati in Cina. Basti pensare che sono attesi sei milioni di visitatori l’anno nello zoo di Taipei, dove dal 26 gennaio prossimo la coppia di panda donata da Pechino a Taiwan verrà presentata al pubblico. Il governo taiwanese ha investito 10 milioni di dollari per accogliere Tuan Tuan e Yuan Yuan, i due esemplari di panda gigante che, giunti sull’isola il 23 dicembre scorso, sono stati immediatamente messi in quarantena. 

In conclusione, l’accoppiamento dei panda non è ‘problematico’, semplicemente è incompatibile per natura con la vita in cattività perché richiede sia per il maschio, sia per la femmina, possibilità di spostarsi, andare in cerca dell’amore, tenendo presente il particolare metabolismo, il ritmo di vita, le necessità di un’alimentazione così particolare. Hanno bisogno di pace insomma, di libertà, non di ‘privacy’. Sono due cose diverse. Ma quando il prezzo di questa libetà è 10 milioni di dollari all’anno, se il panda non si accoppia subito si fa prima da dire che è un suo problema, che ce l’ha piccolo o cose del genere. Con l’emergenza sanitaria, non è tanto la tranquillità ad aver spinto i due animali a cercarsi, quanto il sentirsi padroni dei propri spazi. La differenza può sembrare sottile, ma non lo è.


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