Interviste in casa di riposo. Giocolieri al semaforo. Nuove frontiere della Street-art.


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Giocolieri
al semaforo

Allenamento,
rapidità e precisione

Bologna, autunno 2014. Un giovane artista argentino sulle strisce pedonali si esibisce per le macchine ferme al semaforo rosso. Un breve numero di giocoleria e prima che scatti il verde passa con il cappello per raccogliere le offerte. Lo abbiamo intervistato, spiega che in Sud America è un fenomeno abbastanza comune. Qui in Italia usa molto fra gli studenti della scuola di circo, che non avendo a disposizione un’arena per esercitarsi davanti al pubblico usano il semaforo per la rapidità e la precisione a cui li costringe.

Si devono tenere presente diversi fattori, tra cui non sovrapporsi al passaggio dei pedoni, evitare danni alle auto in sosta per una clava lanciata troppo lontano o finita in testa a qualcuno, non essere troppo avari nella composizione del proprio numero, ma nemmeno prolissi per evitare che il semaforo scatti prima d’aver raccolto le offerte in denaro. Al palo dell’impianto semaforico  è legato un cane con la sua ciotola d’acqua accanto, le borse da viaggio dei giocolieri. Cercando un po’ nella rete, sono disponibili molti esempi di questa curiosa pratica, dallo scrittore bohemien che si porta dietro tanto di scrivania e macchina da scrivere, per comporre il suo romanzo fra un rosso e un verde, all’oste della vicina trattoria che per pubblicizzare il proprio locale offre da mangiare alle auto ferme.


Giocoliere al semaforo

UN CODICE NON SCRITTO

Come spiega l’artista da noi intervistato, c’è anche una sorta di codice non scritto per il buon comportamento, per esempio quando si fa un errore dopo non si passa per l’offerta, e comunque puntare all’emozione completa dando al numero un senso compiuto, anche se questo può far perdere qualche spicciolo. Sembra che per loro sia più un allenamento, non una forma d’arte davvero compiuta. Abbiamo ascoltato il parere delle persone anziane a riguardo mostrando loro le riprese prima del montaggio, sono combattute a riguardo: se da un lato ricordano anche loro gli spettacoli in piazza quando passavano i cantastorie e non esisteva la cultura del semaforo, dall’altra questa pratica le trova un po’ diffidenti per il rischio che corrono gli artisti in primo luogo, ma anche l’impossibilità di scelta che viene lasciata alla macchina ferma, cui la performance è di fatto imposta, e per l’intralcio al traffico dei pedoni. Non sembra esserci tuttavia un biasimo profondo, l’opinione comune è che siano ragazzi giovani e debbano farsi un’esperienza; certo poi se un giorno fossero i loro figli o nipoti a trovarsi in quella situazione, ecco forse questo meglio anche no.

Commento musicale
delle video-interviste:

Salizzato/Arbik
“Banane e Cocco”
Canta Federico Berti

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Pagina ufficiale del famoso organizzatore

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