Memory trainer.

Fiaba, indovinello. Arte combinatoria

 

Federico Berti

Memory trainer

 

Allenare la memoria giocando.

Da qualche anno è sempre più richiesta in ambito socio-sanitario l’attività di allenamento per la memoria. Serve a prevenirne il decadimento naturale. Si organizzano per questo motivo attività a vario titolo, promosse a livello di neuroscienze e centri olistici. Nel fare questo è necessaria una figura esterna in grado di coordinare questo tipo di esercizio, perché in alcuni casi può portare a forme di nevrosi ed eccitazione che turba il sonno alterando l’umore. Nelle tradizioni locali sono stati elaborati sistemi di mnemotecnica popolare basati sul gioco. Il momento in cui ci si riunisce è un’occasione per condividere innanzi tutto qualche ora insieme. Parliamo dei classici giochi di carte, delle parole incrociate, degli scacchi e della dama, più in generale dei giochi da tabellone. Questi sono efficaci nella prevenzione del decadimento. Quando poi la memoria è corrotta per demenza senile, forte depressione, limite cognitivo individuale o ancora per decadimento organico, allora intervengono giochi sempre più semplificati, ma che da quelli tradizionali derivano. In assenza di patologie quel che serve non è un neurologo, ma un esperto di memoria creativa. In altre parole, un cantastorie. Non si deve confondere tuttavia la capacità di ricordare, con la concentrazione sul presente: si può essere ‘distratti’ pur avendo una memoria di ferro.

 

Un tabellone portabile.

Solo un tabellone, dove fare tutti i giochi possibili. Sogno? No, realtà. Da un ristretto numero di tipologie fondamentali, si ricavano attraverso la produzione di varianti quasi tutti i giochi in commercio. Gli accessori prodotti in serie si possono realizzare in modo artigianale per giocare in casa, utilizzando i classici legumi secchi, gusci di noce, sassolini colorati o altro. Il cantastorie Federico Berti ha elaborato nell’ambito di un progetto di ricerca sulla memoria condotto in collaborazione con l’associazione ‘e bene venga maggio’ e l’etnomusicologa Placida Staro un sistema integrato, che permette anche d’inventare nuovi giochi provandoli insieme. Si parte dai classici, poi ognuno propone una variante; l’attività è organizzata in un laboratorio permanente che serve soprattutto a divertirsi, perché il primo passo nell’esercizio dev’essere sempre quello di costruire insieme l’armonia sociale. Senza quella, diventa una pratica noiosa e può danneggiare anziché giovare. Il tabellone viene stampato su ordinazione non può avere per sua natura un mercato di massa e quindi non avrebbe senso una tiratura industriale. Riprodotto in grande sopra un supporto in Forex, robusto, pieghevole e impermeabile, adatto ad essere trasportato ovunque e inserito in qualsiasi scatola di giochi già presente in casa. Al giorno d’oggi chi non possiede in casa dei giochi da tavolo? Non c’è motivo di costruirne un duplicato e non sarebbe materialmente possibile farlo, dal momento che Memory Trainer serve proprio a integrarli tutti fra loro. Per questo è venduto senza alcun accessorio. Saranno i giocatori stessi a funzionalizzarlo, secondo le loro abitudini e i loro gusti.

 

Memoria creativa.

Nella tradizione antica esisteva una componente divinatoria che sovrapponeva le strutture logiche del pensiero nell’attività ludica alla realtà vissuta dalle persone. Si ‘leggeva’ il mondo in una serie di carte, o nella disposizione delle pedine sopra la scacchiera, questo serviva anche ad analizzare problemi comuni e predisporre possibili soluzioni basate sulla sapienza popolare, amica del comune buon senso. Al giorno d’oggi la superstizione mantica è stata messa da parte in luogo di uno sviluppo della creatività. Lo stesso metodo di analisi e sintesi porta all’espressione poetica, artistica, figurativa: il laboratorio di gioco serve quindi anche a produrre qualcosa di bello tutti insieme. Di solito si discutono temi d’attualità scrivendo articoli collettivamente, pubblicati in un’apposito archivio digitale, o disegni, pitture, poesie, canzoni; dipende solo dal gruppo di lavoro che si viene a formare, com’è composto e dove vuole andare. L’ideale è dedicare almeno un’ora e mezza al gioco, più altrettanto all’attività creativa.

Il libro dei sogni

Un catalogo delle idee semplici

Il tabellone e gli accessori vengono dunque associati a un contenuto reale. Come? Attraverso un catalogo delle idee semplici. Ognuna delle 90 case in cui è suddiviso il tabellone corrisponde ad almeno un simbolo della Smorfia, le idee semplici contenute nei sogni più frequenti. Attraverso un sistema periodico realizzato dallo stesso Federico Berti e l’interpretazione augurale degli oltre 450 simboli, è possibile attraversare la barriera del gioco e tornare al livello della realtà. Si parte dunque dalla meccanica del divertimento imparando col tempo a usarla come ‘ponte’ fra immaginazione e realtà. Due precisazioni sono necessarie, una è che la tendenza a sottovalutare le proprie facoltà è nemica della mente umana. In secondo luogo la creatività nasce dall’entusiasmo, richiede perciò una predisposizione a mettersi in discussione. Senza quella, non si va da nessuna parte. Infine, la capacità di darsi nuove regole rende più attiva la presenza nel mondo, più intenso il vissuto e più elastica la facoltà di ricordarlo. Più dei giochi ‘ordinari’, conta il lavoro d’invenzione fatto dai giocatori stessi.

 


 

Federico Berti

LIBRO DEI SOGNI 

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