Decrescita felice. Libri, musica, editoria a chilometro zero

Arte, musica e spettacolo a chilometro zero

L’editoria a chilometro zero

Verso una produzione letteraria sostenibile

Articolo di Federico Berti

L’editoria a chilometro zero può essere una risposta innovativa alle sfide dell’industria culturale contemporanea, o forse un ritorno a una dimensione più popolare dell’arte stessa. Questa forma di produzione sostenibile sposa l’attività editoriale alla promozione del territorio, coinvolgendo sponsor locali per supportare una vasta gamma di espressioni artistiche, dalla letteratura alla musica, dalle arti visive alle performance. In questo articolo, vedremo insieme come questa declinazione dell’idea più generale di decrescita felice, può rivoluzionare il modo in cui concepiamo e consumiamo opere creative, tagliando le spese di produzione e distribuzione per creare una connessione più diretta fra gli artisti e il loro pubblico.

L’editoria a chilometro zero promuove la produzione, distribuzione e ‘consumo’ di opere artistiche e letterarie a livello locale. Invece di affidarsi a grandi case editrici o distributori nazionali, gli artisti si rivolgono alle rispettive comunità per il sostegno logistico, promozionale e finanziario alle loro opere, quali che siano. Questo approccio favorisce una maggiore sostenibilità in primo luogo economica, evitando gli assai più significativi investimenti necessari alla grande distribuzione, l’enorme investimento pubblicitario e il conseguente rischio di invenduti, per non parlare delle spese di magazzino e di stoccaggio. Imprese, istituzioni o privati che non solo credano nell’importanza della cultura locale e desiderino sostenere gli artisti della loro comunità, ma riescano anche a comprenderne le ricadute positive sul territorio e in ultima analisi, sull’ambiente stesso, proprio come avviene per altri settori dell’economia.

Una delle chiavi del successo dell’editoria a chilometro zero è la vendita diretta al pubblico, evitando intermediari cui spetta per la stessa logica della vasta distribuzione una parte significativa dei ricavi. Attraverso eventi locali, fiere dell’arte e mercati culturali, gli artisti possono presentare le loro opere direttamente a un pubblico interessato e selezionato. Le piccole tirature non solo riducono l’investimentoe il rischio imprenditoriale, ma anche l’impatto sull’ambiente: meno consumo di materie prime, meno inquinamento dovuto al trasporto e alla consegna. Le opere prodotte in questo contesto spesso riflettono l’identità e la storia della comunità locale, contribuendo a preservarne la cultura e a promuoverla a livello nazionale e internazionale.

Ovviamente si deve tener presente il rischio tangibile che questa pratica, se non gestita con attenzione, finisca per risolvere nel suo opposto, riducendo l’arte e la cultura a una mera operazione commerciale. Non si dovrebbe confondere la promozione culturale sul territorio con una vuota celebrazione delle bellezze naturali ad uso turistico, la valorizzazione della gastronomia e delle tradizioni, ma dovrebbe abbracciare un impegno più profondo nel favorire la comunicazione tra le comunità, non esclusa la politica e le questioni sociali. L’arte ha il potenziale di rinsaldare connessioni tra associazionismo, amministrazioni, cittadini e movimenti. Questo significa che l’editoria a chilometro zero può svolgere un ruolo significativo nel dare voce a dibattiti costruttivi. È importante evitare che questa pratica si trasformi nell’ennesimo carosello, in cui le opere d’arte si riducono a meri prodotti da vendere.

L’ultima sfida cruciale da affrontare è il rischio di rimanere circoscritti al territorio e di non affrontare argomenti di interesse universale che possano destare attenzione anche al di fuori dei confini locali. Ogni opera d’arte deve essere pensata come un ponte che permette a chi vi partecipa di sollevare lo sguardo oltre la linea dell’orizzonte, aprendo la mente a temi di riflessione più ampi. L’arte ha il potere straordinario di superare le barriere geografiche e culturali, per questo è importante non limitarsi al solito ‘album di famiglia’, incoraggiando gli artisti ad affrontare temi condivisibili anche al di fuori del proprio ambito ristretto.

In conclusione, l’editoria a chilometro zero rappresenta un modello sostenibile per la produzione e la distribuzione di arti, musica e spettacolo. Attraverso il sostegno dei sponsor locali, la vendita diretta al pubblico e la diversità delle espressioni artistiche, questa pratica può influire in modo positivo sull’industria culturale. È una strada che merita di essere sperimentata. Questo sito applica da molti anni le tecniche e le strategie proprie di tale modalità di produzione letteraria, musicale, visiva, performativa. Dallo spettacolo popolare alle parate dell’uomo orchestra, dalla produzione dei poemi in ottava rima ai romanzi, agli spartiti musicali, tutte le pubblicazioni qui distribuite seguono la logica della microeditoria a chilometro zero, pensata per creare delle connessioni all’interno di un territorio, ma in una prospettiva che possa andare oltre, com’è proprio in ogni forma di attivismo culturale: think global, act local.


Pubblicazioni


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Il bacio di Venere
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Memoria. L’arte delle arti
Rivoluzione interiore
Imparare è ricordare
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