Child Free. Vietato l’ingresso ai bambini.

Child Free

A casa solo i maleducati

In collaborazione con Villa Maia
via Altura 7, Monghidoro (Bologna)

Articolo tratto da questo libro
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La recente moda americana dei locali ‘Child Free’, dove l’ingresso è vietato ai bambini, sta prendendo piede anche in Europa e naturalmente è sbarcata da qualche anno pure in Italia. Le reazioni dell’opinione pubblica sono state incerte. Abbiamo intervistato le ospiti della casa di riposo.

VIETATO L’INGRESSO AI BAMBINI

  • CHILD FREE.  “Non ci andrei neanche io perché se avessi un figlio che me lo voglio portar dietro, educato, se sta buono a tavola che mangia è come un grande. Basta che stia fermo, ecco. Finito di mangiare se ne vanno coi genitori. Se non vogliono i bambini non ci vado, sarà un ristorante di lusso non so. Può permettersi di perdere clienti. Per me non è una cosa giusta, perché se non c’è spettacoli vietati ai minori han diritto anche loro d’andar dentro. E’ un locale che non ha fortuna. Se ha nove mesi, un anno, penso stia a casa. Però non è giusto che per un bambino solo poi quegli altri là son buoni e devono star fuori, son gente che non vogliono essere disturbati allora han trovato il posto giusto, magari non hanno figli, è adatto per loro. Certo dei bambini che scorrazzano per la sala dan fastidio a tutti. Allora voglio dire i cani fuori ma i bimbi poverini, dentro coi genitori, ci pensano loro a insegnargli l’educazione. Noi ci volevano molto bene però erano anche molto severi, ci tenevano lì avevamo paura e ‘i déven rètta.  Non so nemmeno cosa dire, a parte che non mi piace. Per me devono entrare, o tutti o niente. Una volta chi ci andava al ristorante? Ora è venuta questa moda di mangiar la pizza al sabato sera, una volta non c’era neanche i soldi e si mangiava in casa. Ballare si, d’inverno. Ma i piccoli andavano a letto, la maggior parte almeno. Io fuori con mio marito e i bimbi li lasciavo alla nonna, eran sicuri con lei. Andavamo via in tre o quattro signore, allora nessuna aveva i figli e si partiva anche lontano. Una festa tante cose, il mangiare. Forse era la moda di una volta. Troppo piccolo piange, vuole qui e vuole là, stare in braccio, allora disturba molto. Noi in campagna ci lasciavan giocare fuori insieme agli altri, ma il resto a casa. Hanno un’altra scuola questi qui. Dopo che è venuta la televisione, finito Carosello tutti a letto. Alle nove basta, chiuso. Andar fuori una coppia con due o tre bambini ti viene a costare, allora non ci andavano neanche loro. Stavano a casa”. (Continua a leggere)

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