Tarocchi e sibille. Le carte non dicono il vero.

Sibilla italiana, tre carte dal mazzo

Le carte non dicono il vero

Bisogna lavorarle,
mica c’è scritto sopra!

Intervista ad Anna Monti
a cura di Federico Berti

In questa breve intervista ad Anna Monti, popolare cartomante della radio, sono descritte le carte della cosiddetta Vera Sibilla Italiana, un mazzo ispirato a quello francese di Madame Lenormand che tanto successo ha avuto nel mondo. Vengono solitamente distinte dai Tarocchi perché riportano molte più illustrazioni, sono pensate specificamente per la divinazione più che per il gioco, ma se le osserviamo con più attenzione noteremo che entrambi riportano a margine d’ogni carta, o all’interno del disegno, gli stessi Arcani in citazione, a segnalare un collegamento ideale col passato a cui rimandano.

Le carte non dicono il vero

La prima cosa che emerge ascoltando Anna Monti è che le carte di per sé non dicono il vero ma siamo noi a dar loro un senso nel momento in cui le stendiamo sul tavolo, volendo ricavare una sequenza logica di possibili sviluppi a partire da una situazione reale di partenza. In realtà quando le usiamo per l’arte combinatoria, vale a dire per produrre storie, racconti, poesie, illustrazioni, come nel mio poemetto dell’Utopia o in romanzi come l’Ospedale Fantasma, stiamo adoperando lo stesso tipo di meccanismo nella consapevolezza che il mondo possibile da noi costruito sulla stesa non è reale né si presume lo debba diventare in futuro.

Anna Monti ha svolto le consultazioni sulle carte per una vita, rispetto alla divinazione e alla cartomanzia le sue competenze rimangono molto concrete e funzionali alla pratica, presenta il mazzo della Sibilla Italiana per rimarcarne la somiglianza con quello da me disegnato sopra la cabala dei sogni per i giochi di memoria nel game studio della Dama Bianca, se vuoi acquistare queste carte puoi trovarle qui. La loro funzione non è divinatoria, ma si inserisce nel mio studio sui giochi astratti come la dama, gli scacchi, il gioco del’oca, gli stessi tarocchi, i quali anticamente venivano usati anche per la divinazione, quindi è naturale che il mio catalogo di 450 simboli ricorrenti nei sogni sia teoricamente idoneo a quell’impiego, dal quale personalmente mi dissocio trovandolo inutile e manipolatorio.

Bisogna lavorarle, mica c’è scritto sopra

In una precedente intervista Anna Monti aveva dichiarato che sebbene alcune carte si prestino più o meno alla lettura divinatoria, in realtà la capacità di anticipazione, un termine che userò in senso puramente filosofico di riflessione sul presente per chiedersi quali potrebbero essere le conseguenze future delle nostre azioni, la verità non si trova scritta dentro le carte ma è più nell’intuizione creativa del lettore, ovvero in chi le interroga. Nel video qui sopra, la sua tesi è ancora più specifica: “Qui c’è il vuol dire, ma bisogna poi dire il resto”. In pratica le carte offrono un sistema ordinato di simboli, una ruota che potrebbe essere paragonata a un catalogo di ideogrammi, ma l’interpretazione delle sequenze spetta a chi le stende sul tavolo e sostanzialmente equivalgono al racconto di una storia.

Divinazione è narrazione

Le sequenze sono pensate secondo il criterio del compendio sapienziale, riproducono cioè figure allegoriche simili a quelle che possiamo trovare nei proverbi illustrati, nei detti popolari di cui troviamo traccia anche nei testi religiosi, pensiamo ai proverbi di re Salomone che nell’Antico Testamento si ritengono ispirati direttamente dal cielo. Sono materiali che vanno a ordinare e sistemare una sapienza popolare già diffusa nel tempo e nel luogo in cui se ne consolida l’uso, ragion per cui sono profondamente suggestive per chiunque le osservi. Non sono cioè contenute ‘nei’ tarocchi o ‘nelle’ carte della Sibilla, avviene semmai l’opposto. Data dunque una ruota, il lavoro dell’interprete è complesso, non serve a prevedere una fatalità inesorabile ma ad analizzare una serie di mondi possibili in cui potrebbe evolvere una situazione iniziale in accordo con le tradizioni del posto. Non ha nulla a che vedere con la divinazione, chi ti dà un consiglio leggendoti le carte potrebbe darti lo stesso consiglio senza bisogno di stenderle sul tavolo.

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