La deriva dei pesticidi. Interviste anziani

 

La deriva dei pesticidi

Venivan su buone senza dargli nulla.

 

Muoiono le api, è per via dei pesticidi. Mica solo quelle, ora se tu le mele non gli dai niente non vengono bene son bacate appena le cogli dalla pianta, ma quando avevo 15-16 anni venivan su buone senza dargli nulla, oppure una spruzzata di rame; una volta raccolte si buttavano sulla paglia in una cassetta e bastavano fino a primavera, ora col fatto del grano basso manco la paglia si trova più ti tocca pigliarla dai cinesi. Ecco magari se le lasciavi là ingrinzivano un po’, eran buone lo stesso ma non si presentavano bene, allora le tenevi per la famiglia non le vendevi, però d’inverno si mangiavano poi facevi la marmellata e via. Soprattutto dopo la guerra, quando non si sapeva che il DDT era così devastante, lo si dava a volontà, molti parassiti sono morti però ha fatto male tanto che ora è divieto e l’errore lo scontiamo. Anche i marroni è due anni che non vengono più son marci prima che cascano in terra, non so che è uscito dice una zanzara  venuta da fuori: aver le forze di bruciare un castagno vuole un bel veleno, noi facevamo il pieno dei tortelli m’è toccato buttarli via perché non si mangiavano. Hanno speso tanti soldi per mazzare quest’insetto, è così pure gli ulivi  tu vedi l’olio costa una follia. Un po’ anche il tempo è cambiato, le stagioni il caldo il freddo un clima così le piante ne risentono, poi cambia tutto viene la mosca dall’India, il seme dall’America, un altro male da non so dove, si sconvolge ogni cosa: pure i cervelli delle persone. Susine e prugne ci s’aveva sugli alberi ai giardini pubblici, erano grosse così quelle nere e quelle bianche ora se non gli dai l’insetticida non ti fan più nulla. Quest’anno dice che eran bacate pure le more, quando mai s’è sentita una cosa del genere, pure i fichi. Non è questione di tagliare qui o là, mio fratello l’ha sempre fatto ma ora non conta nulla son morti lo stesso. Primo l’aria impura, l’evoluzione degli insetti e delle malattie: è come gli antibiotici, rafforzano il ceppo del male. La terra n’ha fatti di cambiamenti, ci sarà stati dei periodi secchi in passato però certo questi diserbanti non fanno bene. Quelle mele belle grosse lucide che si trovano ai banchi in piazza stazione gli davan qualcosa per far venire voglia di mangiarle, anche il momento in cui la raccogli vuol dire, la prendono su ancora acerba che la voglion far durare ma com’è buon il frutto maturato sull’albero. Poi ora tu trovi tutto in ogni stagione, negli anni ’50 i pomodori d’inverno si trovavano solo dove tu compravi le primizie e costavano tanto.

 

Silvia Bencivelli, 'La Repubblica', 25 maggio 2015
Silvia Bencivelli, ‘La Repubblica’, 25 maggio 2015

 

Sento persone che fan la spesa guardando di comperare solo cose italiane, soltanto l’ananas non trovano perché qui non lo coltivano, son sincera fin ora non ho guardato la provenienza però che senso ha buttare le nostre cose e comprarle dall’estero? Le arance, i pomodori, il latte, sai quanto inquina il camion che le fa venire dalla Germania, dalla Spagna e chissà dove? Mia suocera vedessi come comprava bene al mercato, sceglieva, contrattava, la voglio così e cosà. Andavo da lei per imparare la marmellata, sapeva farla pure coll’anguria ci  volevan due giorni veniva una specie di cotognata. Dal ’73 all’80 avevo il bar grande, un nostro cliente di Dozza c’invitò a mangiare le ciliegie  nel suo podere, ne portammo anche a casa e siccome a noi piacevano cotte le mettemmo a bollire nell’acqua, vennero a galla tutti i bigattini. Eppure ne avevamo mangiate in quantità, non siamo stati male. Piatto unico, la carne e la frutta! Ora scherzo ma troppe dopo viene il cagòtt. Oggi non siamo sicuri di quel che si mangia, la frutta cotta no problem ma cruda c’è da stare attenti, lavarla asciugarla come faccio a sapere che ci han messo dentro? Magari quello è biologico ma il vicino ha messo una fabbrica cento metri più in là e gli rovina la terra. L’unica è conoscere davvero bene chi la coltiva, allora hai più fiducia pensi ti dica la verità, magari un ortolano che fa il mercato non lo puoi sapere ma se compri dal contadino tu vedi proprio l’albero e lo capisci se il posto è in salute. Avevo il centro commerciale davanti casa, ma sentivo chi si lamentava dei prodotti che venivano da fuori, allora andavo sempre in un altro negozio che stava in Massarenti, piccolo e forse costava un po’ di più ma non un’esagerazione, pieno così di gente perché sapevamo che prendeva tutto in campagna, sapevamo da dove veniva. Ora se muoiono anche le api è un bel problema, sentivo dire che in Francia le allevano in città, che nei fiori sul balcone per fortuna non gli danno il pesticida, ma l’aria brutta che tira? Compra da chi conosci. (Continua a leggere…)

 


 

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