Siria, Greta e Vanessa. Volontariato?

Greta e Vanessa con la bandiera del Free Sirian Army
Bandiere del Free Sirian Army

 

Il caso di Greta e Vanessa

Fu solo per volontariato?

 

Sulla prima pagina c’era scritto che han pagato venti milioni di dollari per liberare quelle due ragazze italiane in Siria a fare volontariato, erano state rapite dai terroristi. Fan polemica sul riscatto, ieri dicevano dodici milioni, fra un po’ sono venticinque vedrai, la verità non la sapremo. Penso non si risolve nulla così perché c’è di mezzo l’interesse, o tu paghi o ti tagliano il collo. Poi col riscatto comprano le armi e siamo da capo. Le persone che vanno a fare del bene sono ammirate del coraggio, però non ho capito bene queste due ragazze dice aiutavano i poveri, i senza tetto e i rifugiati. Anche mia mamma aiutava i bisognosi in tempo di guerra, c’eran tanti nelle baracche, nelle stalle. Te lo voglio dire pensa eravamo quattordici in famiglia, i tedeschi ci avevano rubato le mucche e da noi arrivarono diciassette sfollati dal ponte Bastia. Avevano perso tutto. Levammo il fieno, ci organizzammo per accoglierli in cascina  e un piatto di minestra c’è sempre stato per tutti quanti. Merito della mia nonna, parliamo di trentuno persone! La mia mamma quando faceva il pane o la ricotta chi non l’aveva ne lasciava sempre un po’, siamo cresciuti con quest’idea; col tempo mi son trovata male perché al giorno d’oggi più fai del bene, più ti danno addosso. Queste ragazze aiutavano gli sfollati dicono, ecco anche noi qui ne abbiamo tanti, di questi nel bisogno: tu pensa quanti ne arrivano sui barconi che non hanno da vestire, non hanno lavoro e finiscono in mano a brutta gente che li porta sulla cattiva strada.

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Women against terrorism:

“Europe comes from Middleast”

Video cartoon full HD. Regia: Gianni Gitti

Storyboard, animation: Federico Berti

Musica: Confusional Quartet / Demetrio Stratos

Song “Disco d’Oro”, from the album:

“Confusional Quartet play Demetrio Stratos”

C&P 2014, Expanded Music Srl.

 

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In casa da me ho un ragazzo di ventisette anni che ha perso l’abitazione a Finale Emilia durante il terremoto, essendo parrucchiere mio e di mia figlia ho pensato di dargli un tetto dove ripararsi, è un suonatore di pianoforte, chitarra, fisarmonica, un cantante e un truccatore: poverino la mamma è ammalata, lo tengo da me senza chiedergli l’affitto. C’è tanto bisogno qui da noi! Pensa anche agli invalidi civili, una volta davo dieci euro all’anno per quella causa, poca roba ma se li dessero tutti sarebbe molto: i non vedenti non avevano occupazione e giravano per la strada, in paese gli volevamo bene suonavano le campane della messa e cercavamo di aiutarli a guadagnarsi da vivere come potevano, c’erano i volontari per inserirli nel lavoro. Delle volte non pensiamo al nostro vicino di casa, che magari non ha da mangiare, le scarpe da vestire: noi s’era contenti che non avevamo niente, l’unico divertimento andare a veglia ora da uno ora dall’altro, mi toccava di fare due chilometri a piedi nel bosco al buio, non c’era nemmeno la luce non me la potevo permettere. Chi aveva pieno il cassone della farina era una risorsa per tutti, sono andato garzone a cinque anni ricordiamolo, quattro fratelli dietro le vacche paravi le tue e quelle degli altri; una quindicina di galline, una capretta, i conigli per fare il concime, ma perché si ricorda queste cose? Perché allora si cantava e si ballava, eravamo sempre allegri, oggi abbiamo tutto men che la gioia di vivere. Vorrei che pensassimo a ricostruire il nostro paese, tanto malandato. C’è molto da fare anche qui. 

Federico Berti è artista di strada dal 1994. Pubblica la sua musica, promuove spartiti musicali per conto delle edizioni Italvox di Bologna, scrive romanzi, poesie, articoli che puoi leggere in parte su questo sito. Conduce dal 2007 laboratori di scrittura collettiva con persone molto anziane.

 

Tratto dal libro di Federico Berti

Gli anziani raccontano,
in memoria del presente

 

La copertina di questo libro, un quadro di Giotto raffigurante il classico topos del vecchio e del bambino, a simboleggiare la trasmissione della memoria storica attraverso le generazioni.

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